Cronaca / Merate e Casatese
Giovedì 09 Marzo 2017
Finder, sì alla tregua
Sciopero sospeso
I lavoratori hanno votato a maggioranza, lunedì nuovo appuntamento con i dirigenti aziendali. I sindacati: «In base all’esito decideremo le misure»
La maggior parte dei lavoratori di Finder Pompe riuniti ieri in assemblea ha detto sì alla tregua di una settimana nella mobilitazione avviata a seguito dell’apertura della procedura di licenziamento di 39 dipendenti, su 138, nella sede di via Bergamo a Merate.
A chiederlo nel corso della prima riunione che si è svolta martedì scorso, a pochi giorni dall’improvvisa comunicazione dei licenziamenti, è stato il Ceo dell’azienda, Xavier Blin, che dopo aver ascoltato le richieste dei sindacati di bloccare i licenziamenti e aprire il dialogo sulla possibilità di fare cassa integrazione straordinaria ha chiesto tempo per portare la richiesta alla decisione della casa madre, la multinazionale americana Dover Corporation.
Perciò ora c’è un nuovo appuntamento: nel pomeriggio del 13 marzo i dirigenti aziendali e quelli sindacali (Fiom-Cgil e Fim-Cisl) tornano ad incontrarsi per sapere se si apre una possibilità per andare avanti, contando su una strategia aziendale che recuperi un ruolo per l’attività dell’officina meccanica, il settore aziendale in cui si concentrano i 39 licenziamenti.
«In assemblea i lavoratori hanno preso atto che c’è una moderata apertura da parte dell’azienda. Il 13 marzo - ci dice Lorena Silvani della Fim-Cisl - apriremo questo secondo tavolo di trattativa, in cui capiremo se ci sarà possibilità o meno di utilizzare gli ammortizzatori sociali. In ogni caso ci ritroveremo rapidamente per una seconda assemblea dei lavoratori, per valutare l’esito dell’incontro oppure, in caso di risposta negativa, per pianificare le azioni da intraprendere».
Di fatto a tutt’oggi i lavoratori restano nell’incertezza ma sospendono lo sciopero iniziato con l’astensione dal lavoro di un’ora al giorno iniziato all’indomani della comunicazione del 28 febbraio sui licenziamenti e culminata in un’intera giornata di mobilitazione col coinvolgimento della cittadinanza e di altre Rsu aziendali l’altro ieri, mentre in azienda si svolgeva il tavolo sindacale. Ieri i sindacati hanno emesso una nota congiunta in cui hanno sottolineato come durante l’incontro di martedì abbiano chiesto all’azienda «il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo al fine di poter creare le condizioni necessarie ad affrontare la gestione della crisi».
Una crisi che ha origine nei cali di fatturato che, da tre anni a questa parte, risentono della crisi in cui opera Finder Pompe, specializzata nella progettazione e realizzazione di pompe per l’oil&gas, da tempo in difficoltà a causa del crollo del prezzo del petrolio che ha fermato in tutto il mondo i nuovi investimenti nel settore.
«La direzione - scrivono i sindacati - sembra disponibile a discutere soluzioni alternative ai licenziamenti, ma giustifica l’impossibilità a ritirare la procedura per via della limitata autonomia decisionale imposta dalla casa madre su questo tipo di questioni». Non resta che attendere sperando ci siano notizie migliori fra una settimana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA