Fermate soppresse ad Airuno e Osnago: il “piano Bus” non convince utenti e amministratori

Osnago

La soluzione proposta da Trenord, in accordo con Regione Lombardia, per alleviare i disagi che vivranno i pendolari in seguito alla temporanea soppressione delle fermate dei treni nelle stazioni di Osnago e Airuno, è stata giudicata «non adeguata» e quindi «rigettata» da Francesco Ninno, a nome del comitato pendolari del Meratese. «La sostituzione con bus, peraltro in un momento in cui si fatica a reperire mezzi e uomini per condurli e che non si riescono a fornire in modo adeguato per la tratta punto-punto da Bergamo a Paderno sulla Milano Bergamo via Carnate, non si può certamente ritenere un’adeguata sostituzione». «Non lo è perché i tempi di viaggio, per esempio, per un pendolare diretto da Osnago a Lecco, aumentano da 30 minuti a circa 60 minuti». È infatti previsto che il bus parta da Osnago e arrivi a Calolziocorte. Negli orari di punta, con il traffico delle strade lecchesi, probabilmente un’ora non sarà sufficiente. Ma c’è di più. «La fermata del bus si trova a un chilometro dalla stazione. Significa dieci minuti di cammino se non si hanno problemi fisici. E che cosa succederà se al ritorno si arriverà in stazione? Bisognerà fare nuovamente un chilometro per raggiungere l’auto».

Per questi motivi, i pendolari chiedono di pensare a un’alternativa. E avanzano una proposta. «Vorremmo - spiega Ninno - che nelle fasce di punta del mattino e della sera, nonché in quelle dopo pranzo del rientro degli studenti, si mantenga il servizio ferroviario attuale e che i tagli alle fermate (e l’introduzione dei bus) siano quindi limitati agli orari di morbida, quando i viaggiatori sono pochi». Ninno torna anche sull’ipotetico recupero orario che il taglio delle fermate dovrebbe garantire alla linea. «Non capiamo perché quando si è intervenuti sulla tratta tra le stazioni di Greco Pirelli e Sesto San Giovanni, si è modificato l’orario mentre da noi si è seguito un metodo differente». Per non parlare del fatto che, sempre secondo i pendolari, sarebbe stato meglio eseguire gli interventi «nel periodo estivo (luglio ma soprattutto agosto), in concomitanza con gli altri lavori già previsti in quel frangente o aumentando di pochissimo il tempo di percorrenza (cosa già sperimentata gli scorsi due mesi che aveva comunque funzionato nonostante il disagio creato)» anche perché, aggiungono, «i due minuti risparmiati a Osnago, per esempio, verranno subito persi a Cernusco dove ci sarà un maggior flusso di viaggiatori». Secondo Ninno, «anche se gli interventi partiranno martedì 18 marzo, c’è ancora tempo per trovare una soluzione che non penalizzi i viaggiatori e che, soprattutto, sia concordata. Non sapevamo nulla di queste modifiche così come non siamo stati coinvolti nella ricerca di una soluzione che non ci soddisfa. Ora gradiremmo essere interpellati in modo da trovare una soluzione che non penalizzi i viaggiatori che utilizzano le stazioni di Osnago e Airuno».

Grazie ma l’alternativa è inutile». Si può riassumere così la risposta che il sindaco di Osnago Felice Rocca ha inviato all’assessore regionale che che si impegnato a garantire bus sostitutivi in cambio delle fermate soppresse. «L’impegno è apprezzato ma credo che i bus sostitutivi non saranno molto gettonati dall’utenza. Invece dei 2 minuti di treno, ci vorranno altri 20 minuti di bus per tornare ad Osnago considerando l’attesa a Carnate, con una percorrenza che nelle ore di punta potrebbe crescere fino a 30 minuti visto il traffico e soprattutto si scenderà a quasi un km dal parcheggio ferroviario». Partendo da questo dato di fatto, Rocca chiede quindi un ulteriore sforzo a Regione Lombardia per andare incontro ai pendolari. «Si è pensato di mantenere la fermata delle 7,06 ad Airuno per gli studenti che vanno a scuola a Lecco e Calolziocorte. Nessuno a pensato a quelli che salgono sul 7.23 da Osnago? Li mandiamo tutti alla stazione di Cernusco-Merate con i genitori in auto o li facciamo arrivare a scuola mezz’ora prima con quello delle 6.54?» Rocca però pensa anche ai lavoratori e sottolinea come «dopo una giornata fuori di casa, 30 minuti pesano eccome. Perché non lasciare invariato l’orario di sosta per i treni in partenza da Garibaldi dalle 17,22 alle 19,22?». Considerato che l’eliminazione della fermata permetterebbe di risparmiare 2 minuti, le quattro corse costerebbero a Trenord soltanto 8 minuti ma attenuerebbero di molto il disagio di studenti e lavoratori.

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