Ex Vismara ed ex Vister, tagliata la volumetria

Casatenovo Variante al Pgt: secaduto l’accordo di programma, ci sarà una possibilità di costruire del 30% in meno

Il Piano di governo del territorio di Casatenovo è giunto alla cosiddetta seconda versione ed è stato guidato da alcune scelte fondamentali: «Per me chiudono un ciclo – ha spiegato il sindaco Filippo Galbiati -. Per la prima volta abbiamo uno strumento urbanistico, seguendo l’evoluzione normativa, che non solo non prevede nuove edificazioni, ma va a sottrarre edificabilità, riportando a destinazione agricola alcuni terreni che erano edificabili. Vogliamo dire alla nostra cittadinanza che per noi il tessuto urbano costruito è quello che c’è adesso, e che l’attività economica legata all’edilizia dovrà concentrarsi sempre di più sul secondo grande obbiettivo di questo piano di governo che è quello di riqualificare gli edifici e le aree dismesse».

«Abbiamo già fatto un’azione molto forte, che è quella del contenimento degli oneri di urbanizzazione per chi decide non di costruire su un terreno vergine ma, invece, di riqualificare edifici non utilizzati o disabitati. Il primo obiettivo è mantenere l’equilibrio tra l’abitare, il lavorare, le aziende, i nostri artigiani, e l’ambiente ed il paesaggio, che dobbiamo non solo conservare ma valorizzare».

Dopo 24 mesi

In particolare il Pgt prevede un nuovo destino per le aree Vister e Vismara. Come si ricorderà, il Comune aveva messo in mora i proprietari e dichiarato il decadimento dell’accordo di programma che prevedeva 188 mila metri cubi edificabili.

Adesso la destinazione urbanistica delle due aree, e quella aggiuntiva del Chioso, che conta solo per un 10%, trovano regolamentazione nel Pgt, che ha operato un primo taglio alla volumetria ammissibile. Per il momento c’è un taglio del 30% delle volumetrie ammissibili ed è prevista comunque la realizzazione di un parco pubblico da 20mila metri quadrati, per dotare il centro di Casatenovo di un polmone verde, una serie di percorsi pedonali interni, il recupero e la conservazione delle caldaie storiche.

Agli operatori privati, quelli attuali o chiunque acquisisca le aree, sono dati due anni di tempo, 24 mesi, per intervenire con la demolizione e la bonifica delle aree, altrimenti scatterà un altro taglio delle volumetrie, questa volta ben più consistente, con l’indice che scende da 0,35 a 0,15, quindi più che dimezzato. Attualmente la volumetria è calata a poco più di 130 mila metri cubi, tra due anni se nessuno interviene, scenderà sotto i 70 mila metri cubi, meno di un terzo di quella originariamente concessa con l’accordo di programma.

«Più coraggio»

Non mancano comunque i pareri scettici, come quello di Christian Perego, dei 5 Stelle: «Direi che è mancato il coraggio, perché ai privati è stato dato fin troppo tempo per intervenire, ben 20 anni, e non hanno fatto nulla. I cittadini di Casatenovo avrebbero meritato un taglio immediato ben più considerevole del 30%, senza aspettare altri due anni, il che avrebbe addirittura reso appetibile l’area per il Comune, che potrebbe intervenire direttamente o in convenzione».

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