Cementificio di Calusco, il Tar dà torto ai Comuni della Brianza lecchese

Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza e Verderio e la Provincia di Lecco avevano promosso un ricorso davanti al Tribunale amministrativo

L’analisi epidemiologica fatta nel 2022 dai professori dell’università di Tor Vergata di Roma sull’impatto dell’utilizzo di combustibili alternativi nel forno da klinker dell’Italcementi di Calusco era corretta, valutava minimo l’impatto per la salute dei residenti e migliorativo per l’emissione di CO2.

Così era stata giudicata dall’Arpa della Lombardia, ma vari Comuni del circondario avrebbero voluto un’indagine “punto punto”, con una procedura diversa, secondo le linee guida del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Su questa base la Provincia di Bergamo nel 2023 diede l’autorizzazione alla Cementeria di Calusco per aumentare da 30 mila a 110 mila tonnellate l’anno di utilizzo dei CA, del resto utilizzati in tutta Europa. I Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza e Verderio e la Provincia di Lecco si erano opposti all’autorizzazione promuovendo un ricorso davanti al Tar di Brescia. Che nei giorni scorsi ha bocciato il ricorso, dando ragione ad Heidelberg Materials, gli attuali proprietari, all’Arpa, alla Provincia di Bergamo, ai professori universitari, alle Ats di Bergamo e della Brianza e torto ai sindaci ed ai comitati ambientalisti della zona.

I combustibili alternativi o combustibili solidi secondari (CSS) derivano dalla selezione e dal trattamento dei rifiuti non pericolosi e non più riciclabili come frammenti di tessuti, carta, imballaggi o frazioni non differenziate “secche”. In sostanza, sono la parte di rifiuti che, al termine della raccolta differenziata, non può essere recuperata. Vengono trattati in impianti appositi e trasformati in combustibili. Ormai da diversi anni, in tanti Paesi europei questi materiali vengono usati nelle cementerie: il tasso di sostituzione termica dei combustibili fossili con i CSS ha raggiunto il 66% in Germania, il 79% in Austria, il 46% in Francia e il 33% in Spagna.

Heidelberg Materials canta vittoria: «Sono state respinte le critiche dei ricorrenti sugli studi condotti dall’azienda e sulle valutazioni degli enti che, conferma il Tar, hanno seguito correttamente la normativa applicabile e le linee guida di settore, in particolare con riferimento alla valutazione di impatto sanitario». Sul tema è intervenuto anche il direttore tecnico di Heidelberg Materials per l’Italia, Agostino Rizzo: «I combustibili alternativi, in questo caso i Combustibili Solidi Secondari (CSS), sono una soluzione molto valida e sono da tempo largamente utilizzati in tutta Europa, dove il tasso medio di sostituzione va oltre il 50 per cento. In Italia, purtroppo, una narrazione scientificamente poco fondata ha portato qualcuno a credere che l’utilizzo dei combustibili alternativi rappresenti un danno per i territori e per le comunità. L’utilizzo del CSS non è affatto rischioso a livello locale ed è invece vantaggioso a livello globale, contribuendo a contenere le emissioni di CO2»

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