Casatenovo: le proposte sul futuro della Vismara

Il futuro del centro di Casatenovo è stato disegnato dal nuovo Piano di governo del territorio e da lì non si scappa, saranno le sue linee guida a definire la traiettoria del possibile recupero delle aree Vister e Vismara ma le due forze politiche in campo hanno visioni abbastanza diverse su quello che potrebbe essere il futuro e su cosa sia necessario.

Da un lato sia la lista CasateSi di Angelo Perego che Persone Ambiente Comunità di Filippo Galbiati vogliono il recupero, ma divergono gli obiettivi. Per Perego al momento conta tenere d’occhio le aree: «L’attuale stato degli edifici necessita di un costante monitoraggio dello stato di conservazione dell’immobile ai fini della sicurezza statica e ambientale dovuta ai cittadini. Su questo tema è inoltre importante coinvolgere e informare costantemente la cittadinanza, in quanto la consapevolezza del futuro che attende il cuore di Casatenovo, è di fondamentale importanza nella pianificazione di scelte che riguardano la vita delle famiglie di oggi e di domani».

Su questo l’esperienza pratica di Perego come architetto potrebbe dare una mano: «La vicenda ha una rilevanza fondamentale, che va oltre la mera perimetrazione dell’ambito, basti pensare alla sua ricaduta di carattere sociale ed economico. Il cuore del nostro paese si sta lentamente svuotando di giovani, residenti e attività commerciali, e questa mancanza di attrattiva non può che portare a un rapido e inesorabile declino del cuore di Casatenovo. È ormai imprescindibile invertire la rotta in tempi celeri, affrontando il problema con una visione di largo respiro».

Più tradizionale l’approccio di Galbiati, che fa conto sulle stringenti prescrizioni del Pgt per forzare la mano ad eventuali futuri proprietari, le banche creditrici del gruppo Ferrarini, per intenderci, ad intervenire in tempi rapidi. Ricorda infatti che già la volumetria è stata abbassata del 30% da 180 a 110 metri quadri, ma soprattutto se entro il marzo 2026 non verrà presentato un piano attuativo e di demolizione ci sarà un’ulteriore riduzione che più drastica non si può, fino al limite di 0,15 metri cubi per metro quadro, quindi si scende a 15 mila metri cubi.

Di fatto le aree varranno un decimo di quanto valgono ora. «Questa scelta ha l’obiettivo preciso di indurre gli enti che dispongono dei crediti delle società (gli istituti bancari) a valorizzare il patrimonio e operare celermente per individuare degli investitori». Il piano di sviluppo prevede in cinque anni delle tappe: «Acquisizione delle proprietà da parte di investitori interessati, passaggio che dipende dalle banche e dal tribunale di Reggio Emilia preposto al concordato preventivo Vismara. Poi presentazione da parte dei proprietari del piano di demolizione, demolizioni, costruzione del nuovo centro di Casatenovo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA