Casatenovo Auto distrutta e minacce

«Tutti devono sapere, è inaccettabile»

Mattia Beretta del bar “Da Antonio” ha reso pubblico il grave atto intimidatorio

«Hanno promesso di avvelenare il mio cane, di colpire me e i parenti». Alla base forse il rumore

Casatenovo

Minacciato con un volantino, risponde con lo stesso identico mezzo in cui rende noto quello che gli è accaduto.

Non si piega e porta tutto in piazza Mattia Beretta, 27 anni, gestore del bar di famiglia “Da Antonio” di via san Carlo a Rimoldo di Casatenovo.

La lettera

L’altro giorno, quando si è svegliato, ha trovato la sua auto completamente rovinata da graffi: la carrozzeria è ormai un intreccio di solchi che partono dalle portiere e arrivano al cofano e al tettuccio. Sul finestrino, a rincarare la dose, una lunga lettera con pesantissime minacce a lui, al suo cane, alla sua ragazza e alla famiglia.

Dopo averci riflettuto sopra qualche ora ed essere passato dai carabinieri per la querela contro ignoti, la replica, pubblica, con lo stesso identico mezzo a cui ha fatto ricorso il minaccioso anonimo.

«Nella notte tra venerdì e sabato - racconta nel volantino con tanto di foto dell’auto vandalizzata - sono purtroppo successi fatti spiacevoli e criminosi che riguardano la nostra attività e che devono essere denunciati e portati alla luce. In particolare è stata gravemente danneggiata e vandalizzata una delle nostre auto ma, cosa ancora più grave, è stata ritrovata una lettera minatoria».

Nella lettera, come raccontato dallo stesso Mattia, tante minacce: «Mi ha minacciato di bruciarmi l’auto, di avvelenarmi il cane, di colpire me, la mia ragazza, mio padre e mia zia, che mi danno una mano a tenere aperto il bar».

Non è chiaro quali possano essere i motivi alla base di tanto astio. «In un passaggio della lettera - racconta Mattia - questa persona se la prende con me perché tengo il bar aperto fino a tardi.

Succede però solo un giorno a settimana. In un altro passaggio, invece, mi rimprovera di chiudere presto, per esempio al sabato, per poi andare a divertirmi con gli amici».

Dopo i primi momenti di smarrimento, la decisione di rendere pubblico quanto accaduto perché, spiega Mattia, tutto questo «non può e non deve essere tollerato in una società civile e deve essere denunciato, non solo alle forze dell’ordine che sono già state informate dei fatti ma anche all’intera popolazione».

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