Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 28 Agosto 2019
Brivio, due milioni di euro di danni
Il nubifragio costa caro ai briviesi
l violento nubifragio scatenato nei giorni scorsi ha colpito anche Olgiate
e in minor misura Merate
Il violento nubifragio
scatenato nei giorni scorsi
ha colpito anche Olgiate
e in minor misura Merate
Due milioni di euro di danni per i privati. Cui ne vanno aggiunti altri 300 mila subiti dal pubblico.
Il violento nubifragio che si è abbattuta sul Meratese lo scorso giovedì notte ha provocato danni davvero ingenti a Brivio. La conta sommaria parla di un bilancio milionario. Meglio, invece, sembra essere andata a Olgiate Molgora. La stima approssimativa, in attesa della compilazione delle schede Rasda (raccolta schede danni, da inviare a Regione Lombardia), s’aggira sui 400 mila euro per una cinquantina di abitazioni danneggiate mentre a Merate i valori sono ancora più bassi, arrivando a una ventina di richieste, per meno di 100 mila euro.
Dati certamente suscettibili di variazioni, sia al rialzo sia al ribasso, ma che restituiscono l’ordine di grandezza di un evento intensissimo e straordinario, che ha fatto riesplodere l’esistenza di un problema mai adeguatamente affrontato e risolto.
Specie, appunto, nella frazione Beverate di Brivio dove, come tre anni fa, nel 2016, l’acqua uscita dal torrente Bevera ha causato danni per milioni di euro. Seicentomila solo in un’azienda che produce reti.
E sul quale, alla luce di quanto accaduto meno di una settimana fa, richiede attenzione urgente il sindaco Federico Airoldi.
«Il Bevera - ripete - non può più essere considerato come un reticolo idrico minore perché rappresenta il punto in cui confluiscono tutte le acque della zona, da Olgiate e Calco. Va quindi riclassificato, come è stato chiesto anni fa, come reticolo idrico principale».
Una riclassificazione che, al di là dei nominalismi, comporta anche una tipologia di interventi diversi e, soprattutto, una responsabilità differente in capo agli enti. In caso di reticolo minore, la competenza è comunale. Se invece il torrente viene considerato come reticolo maggiore, la responsabilità diventa regionale.
«È evidente - prosegue Airoldi - che occorre intervenire sull’intera asta del torrente Bevera. Tutti gli altri interventi, rischiano di essere inutili».
A cominciare, per esempio, dalla stessa realizzazione di vasche di laminazione, che erano state ipotizzate anni fa. «Chi ha studiato il problema sostiene che non sarebbero risolutive in caso di eventi atmosferici importanti. Per non dire del fatto che, comunque, non c’è lo spazio per realizzare vasche così grandi».
In attesa che la Regione procede alla riqualificazione del torrente, gli unici rimedi sono quelli già in parte attuati: dalla eliminazione dei ponticelli che potrebbero creare “tappi” alla costante pulizia di sponde e alvei, fino alla realizzazione di una tubazione per alleggerire la quantità di acqua nel torrente, con scarico su via Nazionale e la dotazione dei residenti di paratie, come avviene a Venezia, da collocare in prossimità di eventi previsti come straordinari.n
F.Alf.
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