Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 01 Aprile 2020
Brivio, 15 morti per coronavirus
che l’Ats non calcola
Quindici morti per Covid-19 nella casa di riposo “Carlo ed Elsa Frigerio” di Brivio. Tanti, secondo il direttore sanitario Stefano Vercelloni, gli anziani che, nel corso del mese di marzo, se ne sono andati a causa del coronavirus. Un numero altissimo. Enormemente al di sopra della media.
«Fino a sabato 21 marzo - spiega - tutto era discretamente tranquillo a eccezione di qualche caso di febbre di non particolare gravità. Da sabato 21 marzo in poi, si sono invece verificati 17 decessi, 14 dei quali correlati, clinicamente parlando, a possibili casi di Covid-19 e tre molto probabilmente non correlati. A questi numeri va aggiunto un altro decesso, del 15 marzo, con quadro clinico che appare sospetto».
La certezza scientifica che le morti siano state provocate dal coronavirus non c’è, dal momento che non sono stati fatti i tamponi, ma le probabilità sono altissime.
Oltre ai decessi, nella casa di riposo dove risiedevano 127 ospiti, vi sono almeno due dozzine di pazienti clinicamente sospetti, alcuni dei quali in condizioni critiche. Un’altra trentina, invece, ha accusato patologie compatibili con il Covid-19 ma sono guariti.
L’ispezione dei Nas, avvenuta venerdì scorso, così come conferma don Emilio Colombo, a capo della parrocchia di Brivio, cui fa riferimento la residenza sociosanitaria, non ha individuato nulla di particolare.
«I controlli - precisa il sacerdote - sono andati sostanzialmente bene. Anzi, i Nas hanno riconosciuto che da noi le cose sono in una situazione migliore rispetto altrove. È però evidente che c’è una difficoltà a gestire questa situazione. Da lunedì sono comunque incominciati i lavori di sanificazione di tutte le stanze che dureranno presumibilmente almeno una settimana dal momento che ci sono alcune difficoltà logistiche».
Il parroco ha inoltre precisato che «tutto il personale sta lavorando secondo le indicazioni dei Nas».
La conferma arriva anche da Vercelloni. «Venerdì pomeriggio c’è stata l’ispezione dei carabinieri dei Nas che hanno verificato la situazione constatando numeri a loro dire inferiori alla media di strutture analoghe e, come risulta dal verbale, non è stata rilevata alcuna irregolarità. Stiamo perfezionando, anche su loro consiglio, alcune ulteriori misure di prevenzione che in parte stavamo già attuando».
Il problema vero, secondo il direttore sanitario, è che la struttura di Brivio, così come tutte le altre, è stata lasciata sola. «La situazione è disperata perché tutti noi eravamo impreparati ad affrontare una cosa del genere e siamo stati lasciati assolutamente da soli. Nonostante la Rsa abbia provveduto a comunicare tutti i flussi così come richiesto, ad oggi nessuno dell’Ats mi ha contattato».
Vercelloni lamenta anche la mancanza di dispositivi personali di protezione. «Quelli che ci sono ce li siamo procurati da soli o ce li hanno regalati. L’Ats non ha fornito assolutamente nulla.
Fabrizio Alfano
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