Cronaca / Merate e Casatese
Sabato 20 Marzo 2021
Airuno, Il garante alla Procura:
«Si rivaluti il caso Gilardi»
Con una nota inviata ieri al Tribunale di Lecco chiede di esplorare vie per un ritorno a casa in linea con le previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
Invito del garante nazionale a rivalutare le condizioni di vita di Carlo Gilardi, il professore novantenne di Airuno, che dalla fine dello scorso ottobre si trova alla casa di riposo Airoldi Muzzi di Lecco, per sottrarlo a persone che si approfittavano della sua generosità.
Con una nota emessa proprio nella giornata di ieri, il garante nazionale dei diritti delle persone private delle libertà personali, ha fatto sapere che, «sulla base degli elementi emersi da una prima fase di approfondimenti effettuati, ha trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecco una raccomandazione diretta a stimolare una rivalutazione della posizione del signor Carlo Gilardi».
La richiesta è stata inviata esplicitamente all’ufficio del pubblico ministero dal momento che è in corso un processo per circonvenzione di incapace che vede Gilardi come vittima e che ha portato davanti al giudice sette persone, tutte straniere, accusate di avere approfittato del buon cuore del professore di Airuno. Con ogni probabilità, la sollecitazione è stata indirizzata al pubblico ministero perché si ritiene che Gilardi non possa fare ritorno a casa sua, esponendosi a ulteriori rischi, fino a quando non si sarà concluso il processo, appena avviato, e che potrebbe entrare nel vivo già ad aprile.
Per il momento, il garante non ha precisato meglio le ragioni alla base della propria richiesta. Ha tuttavia fatto sapere di avere inviato «dodici pagine di osservazioni sulla situazione che si è venuta a creare» ed ha espresso «l’auspicio che si esplorino tutte le vie che possano favorire il raggiungimento di un progetto di vita rispondente alle aspettative di Carlo Gilardi, in linea con le previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità».
Nessuna dichiarazione da parte dell’amministratore di sostegno, l’avvocato Elena Barra, che proprio per tutelare Gilardi, nel momento in cui si era resa conto della situazione, aveva chiesto al giudice di intervenire.
Una decisione quella di far trasferire Gilardi nella struttura lecchese che all’inizio era stata contestata dallo stesso professore, che aveva cercato di liberarsi dal giogo dell’amministratrice ricorrendo a un avvocato in proprio.
Successivamente, Gilardi ha però revocato l’incarico al suo avvocato.
Mesi fa, quando sulla vicenda si erano accesi i riflettori dei media, anche nazionali, l’avvocato Barra aveva esplicitamente precisato che si stava lavorando a un «progetto» per il ritorno del professore a casa sua.
Da allora, però, sono passati sei mesi e nulla fa supporre che Gilardi tornerà ad Airuno a breve. F.Alf.
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