Cronaca / Merate e Casatese
Martedì 29 Dicembre 2020
Airuno, i Caprotti e Armani benefattori
L’hospice chiude in perdita ma fiducioso
Circa 120 mila euro in meno per la Fondazione, donati al personale mascherine e camici
Niente cene e raccolta fondi ma una mail quotidiana del presidente ai volontari per non perderli
Una mail quotidiana, che diventa una specie di diario di bordo della vita dell’hospice Il nespolo di Airuno, in modo da non disperdere l’enorme patrimonio di volontari che, nel corso degli ultimi anni, hanno permesso alla struttura gestita dall’associazione Fabio Sassi di Merate di assistere centinaia di malati terminali.
La causa
Causa pandemia e lockdown da marzo l’ingresso alla struttura ai tanti che prestano volontariamente il loro aiuto ai malati è bloccato. Per non “perderli”, Daniele Lorenzet, a lungo responsabile proprio di questo gruppo e, da un paio di mesi, presidente della Fabio Sassi, ha avuto l’idea di realizzare questa sorta di newsletter interna.
«Dal 13 marzo mi sono posto il problema di come non fare sfilacciare il gruppo, composto oggi da 214 volontari, a causa del Covid. Così, quel giorno, ho scritto loro una prima mail. Da allora, tutti i giorni, ispirandomi alla cronaca e a quello che succede all’interno dell’hospice, scrivo qualcosa. Grazie a questa mail, anche se per il momento l’ingresso dei volontari è ancora vietato, ribadisco quotidianamente che la Fabio Sassi continua ad esistere e ha bisogno dei volontari».
L’anno della pandemia ha avuto conseguenze pesantissime per l’associazione e l’hospice. A partire dal drastico calo delle donazioni.
«L’anno dovrebbe chiudersi con una perdita di circa 120 mila euro. Il puro hospice perde annualmente circa 400 mila euro. In passato, siamo sempre riusciti a recuperare attraverso iniziative come cene, mercatini, raccolte fondi, donazioni. Quest’anno, a causa del Covid, non è stato possibile organizzare molte di queste iniziative. Anche le donazioni, inoltre, sono state giustamente indirizzate ad altri fondi, e noi abbiamo registrato una flessione di circa 200 mila euro rispetto agli anni passati».
Fortunatamente, nel corso dell’anno, sono arrivate comunque arrivate donazioni importanti, che hanno fornito al personale di dispositivi di protezione individuale necessari per continuare ad assistere ai malati. «Abbiamo ricevuto molte donazioni - ricorda Lorenzet. -Tra queste, per esempio, quella del figlio di Caprotti, che è arrivato a noi attraverso un amico medico, ma anche quella di Armani, che ci ha fornito i camici».
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