Violenza di genere, un fenomeno ancora difficile da debellare. Secondo i numeri diffusi dalla questura di Lecco in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il numero di reati fra gennaio e giugno 2024 sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono state 16 le denunce per atti persecutori a fronte delle 29 registrate nel primo semestre 2023; 32 quelle per maltrattamenti in famiglia, a fronte di 30 lo scorso anno e infine 12 le violenze sessuali a fronte di 15 lo scorso anno.
Il tema è stato al centro di un convegno tenutosi questa mattina all’ospedale Manzoni di Lecco. In aumento i numeri “della consapevolezza”. Maria Grazia Brambilla, tecnico di Laboratorio, presidente Telefono Donna Lecco, ammette: «Il fenomeno sta emergendo -ammette - le donne cominciano a parlare di più, si vergognano di meno e sono sicuramente più sostenute dalla rete territoriale. È importante che questo cambiamento sia sostenuto da tutta la collettività sia maschile che femminile».
Facciamo qualche numero: «Nel 2024 a novembre sono state 155 le donne che hanno chiamato il telefono donna mentre nel 2023 erano state 151 in tutta l’annualità. L’omicidio di Giulia Cecchettin è uno spartiacque sia per le donne che hanno chiamato di più i centri antiviolenza ma anche per la società civile. Molte ragazze giovani hanno chiesto di essere volontarie di telefono donna perché volevano fare la loro parte in termini di cambiamento». Naturalmente la battaglia è molto lontana dall’essere vinta. «Deve crescere la sensibilizzazione del problema – continua Brambilla -. È una priorità anche dell’azienda ospedaliera la sensibilizzazione in occasione del 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Dopo 25 anni che è stata istituita questa giornata, è importante continuare a lavorare. Molto è stato fatto e molto deve essere ancora fatto, ma il riconoscimento precoce di questi segnali di maltrattamento è sempre maggiore. E agli uomini chiedo davvero di essere meno tiepidi rispetto al cambiamento: devono essere loro, nella vita di tutti i giorni, degli esempi credibili e sostenere il cambiamento».
Basti dire che dall’ultima ricerca di Save the children a livello italiano il 43 per cento dei giovani intervistati sul tema della violenza sessuale ha detto Se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale può trovare il modo di sottrarsi”. Il 29 per cento ha affermato inoltre: “Le ragazze possono contribuire a provocare una violenza con il loro modo di vestire e di comportarsi”, il 24 per cento “se una ragazza non dice espressamente “No” vuol dire che è consenziente e disponibilie”, e il 21 per cento “è d’accordo con il fatto che una ragazza, anche sotto l’effetto di stupefacenti o di alcol, sia comunque in grado di acconsentire o meno a un rapporto sessuale”.
Risposte incredibili ma diffusissime. Tantissimi gli intervenuti. Oltre alla Brambilla, Amalia Bonfanti, presidente “L’altra metà del cielo – Telefono donna” di Merate, Luisa Fornaro, ostetrica coordinatrice attività ambulatoriale (Bellano) e territorio dell’Asst di Lecco, Marina Zabarella, neuropsichiatra infantile Asst di Lecco, Laura Spinelli, assistente sociale Ospedale di Lecco, Paolo Ferrara responsabile Servizio Tutela Minori e Legami Familiari del Comune e dell’Ambito territoriale di Lecco, Maria Laura De Capitani psicologa Asst di Lecco e l’assessore Ambiente, Mobilità, Pari Opportunità del Comune di Lecco Renata Zuffi. Il tutto con il coordinamento di Luciarosa Olivadoti responsabile sviluppo professionale e ricerca e referente in tema di “Violenza alle donne” di Asst Lecco.
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