
Cronaca / Lecco città
Venerdì 25 Aprile 2025
Veglia in basilica per papa Francesco: «Silenzio e gratitudine»
Lecco
C’era tantissima gente ieri sera a Lecco, nella basilica di San Nicolò, per partecipare alla messa in suffragio di Papa Francesco.
Presieduta dal vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, alla celebrazione eucaristica hanno partecipato i parroci ed i sacerdoti di tutte le nostre parrocchie.
Ad un solo giorno dai solenni funerali del Santo Padre, quello di ieri sera è stato un momento molto sentito, che ha ribadito l’attaccamento della nostra comunità al Papa venuto dall’Argentina.
Lo sgomento e la preghiera
«Lo sgomento della notizia improvvisa della morte di papa Francesco, con il passare dei giorni si sta trasformando in un dolore sempre più consapevole e nell’esigenza di raccogliere al meglio la sua eredità – ha detto il vicario episcopale all’inizio della celebrazione eucaristica - Questa sera ci troviamo come comunità cristiana e come città per celebrare il suffragio a favore del Papa e per unirci idealmente a quanti a Roma ne visitano le spoglie, in un clima di preghiera, di gratitudine e di costante invocazione della pace. Nel suo primo documento, Evangelii Gaudium, Francesco incoraggiava la Chiesa a compiere la sua missione annunciando che “tutti siamo stati creati per quello che il Vangelo ci propone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno”. Vivendo così, Papa Francesco è stato un segno visibile e comprensibile a tutti, senza nascondere le sue debolezze e fragilità. Richiesto infatti di definire sé stesso, rispose ispirandosi all’apostolo Pietro: “Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”. Questa convinzione ha guidato la sua predicazione e i suoi gesti di misericordia. E ora, primo pellegrino di speranza in questo anno giubilare, invita ancora tutti noi a celebrare e vivere la speranza della Pasqua di Gesù».
«Un nuovo inizio»
Poi monsignor Cesana ha proseguito: «Come ha scritto presentando l’ultimo libro del nostro cardinale Angelo Scola: “La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità».
L’omelia è stata pronunciata da don Bortolo Uberti. Il prevosto di Lecco ha sottolineato come il mistero della morte reclami innanzitutto il silenzio: «Quello di chi è segnato dal dolore, quello di chi comprende di stare su una soglia che sfugge al proprio controllo, quello di chi sosta stupito e rispettoso di fronte al dono della vita del fratello. Ma questi sono giorni travolti da onde inarrestabili di parole, sincere e meno, benevole e meno, di ogni genere e forma».
Gli interrogativi dei fedeli
Don Bortolo ha continuato cercando di rispondere alla domanda su come un cristiano, una comunità, viva oggi la morte di Papa Francesco: «Questi giorni, nel silenzio, sono i giorni della riconoscenza. Rendiamo grazie a Dio per Papa Francesco. Ciascuno ha motivi veri per farlo. Ognuno ha i suoi. La Chiesa intera ne ha tanti. Francesco è stato un pastore che, come Pietro dice nella pagina di Atti che abbiamo ascoltato, ha obbedito a Dio invece che agli uomini e, nello Spirito santo, è stato un testimone di Gesù e della sua pasqua. Un pastore che ha saputo camminare spedito davanti al gregge nel condurre la Chiesa dentro le sfide complesse della contemporaneità e dentro le periferie estreme della Terra e dell’esistenza di ogni uomo. Ha saputo camminare in mezzo al gregge con un’umanità forte e fragile al contempo, senza maschere e in ascolto di tutti. Ha saputo camminare in fondo al gregge, là dove i più deboli restavano indietro, per non perdere nessuno e per salvare l’unità del gregge. Per tutto questo diciamo grazie a Papa Francesco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA