«Valutiamo una aggregazione tra Lario Reti e Silea», la proposta dei civici

Lecco

Prosegue il dibattito sul futuro delle due grandi partecipate lecchesi, ovvero Silea e Lario Reti. Dopo l’invito a “cambiare strategie” lanciato da queste colonne una decina di giorni fa dal sottosegretario regionale Mauro Piazza, ora un gruppo di amministratori civici prova a tracciare un percorso a poco più di un mese dal rinnovo degli organi dirigenziali delle due società.

«Proponiamo di dare un mandato chiaro - spiega Aldo Riva, sindaco di Castello di Brianza nonché attuale presidente del comitato di controllo di Lario Reti – ai nuovi membri dei cda e dei comitati di controllo affinché abbiano una strategia di medio – lungo termine. L’idea è quella di affidare un incarico ad un organismo esterno affinché predisponga un dettagliato studio di fattibilità su una possibile “aggregazione sinergica” tra Lario Reti e Silea. Nel contempo chiediamo ai sindaci di istituire un gruppo di lavoro che si occupi in primo luogo di selezionare i candidati per il rinnovo di cda e comitati di controllo, in tutto ventotto persone. Dovranno essere scelte figure dotate di competenza, professionalità, disponibilità, passione per la cosa pubblica. In parallelo, questo gruppo di lavoro dovrà seguire l’iter per lo studio di fattibilità per poi verificare, una volta pronto il documento, quali sono le opzioni e i relativi costi e benefici».

L’obbiettivo del gruppo di amministratori, sottolinea il primo cittadino di Castello di Brianza, è aprire un dibattito pubblico trasparente sul futuro delle due società. Lario Reti e Silea hanno gli stessi azionisti, cioè i comuni, e lo stesso perimetro di azione ed entrambe fanno riferimento ad Arera come ente regolatore nazionale. Gli aspetti su cui potrebbe incidere un’aggregazione sono molteplici: dalla presenza di uffici identici nelle due realtà al fatto che oggi gli operatori di Silea e Lario Reti agiscono nelle stesse vie degli stessi comuni compiendo operazioni, come la raccolta dei rifiuti e la lettura dei contatori, che in teoria potrebbero essere svolte in un unico passaggio.

«L’obiettivo finale – conclude Riva – è migliorare la qualità del servizio e ridurre i costi, e quindi le tariffe a carico dei cittadini, attraverso lo sviluppo di economie di scala. Lo studio di fattibilità dovrebbe approfondire anche l’ipotesi di creare una nuova unità operativa che in futuro si possa occupare di organizzare i servizi per conto dei piccoli comuni. Già oggi in altre provincie ci sono società pubbliche che forniscono, su base volontaria e a pagamento, ai piccoli comuni servizi come progettazione, supporto all’ufficio tecnico, stazione appaltante. Ciò servirebbe per migliorare la qualità del servizio e ridurre i costi a carico degli enti pubblici».

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