
Cronaca / Lecco città
Venerdì 29 Aprile 2016
«Una famiglia riservata ma gentile,
ci offriva il cous cous»
Abitavano in casa Odobez in via Panigada al confine tra Castello e Rancio, vita molto appartata ma se serviva disponibili e cortesi
Sono arrivati alla mattina presto chiudendo tutte le famiglie che abitano nella palazzina di via Panigada 4 in casa, senza dare spiegazioni.
E solo dopo un po’, con le notizie arrivate a spizzichi e bocconi via internet, i padroni di casa hanno capito che il vicino, l’affittuario della porta accanto che viveva con la giovane moglie e due bimbi piccini, è un presunto terrorista. E da lì è scoppiato il caos.
«Ci siamo trovati nell’occhio del ciclone - racconta Paola Odobez cugina del proprietario dell’appartamento affittato, che abita con la famiglia al piano di sopra , madre e sorella invece porta a porta - siamo assediati dai giornalisti che hanno addirittura messo un chewingum sulla fotocellula del cancello per non farlo chiudere. Ma noi non sappiamo davvero nulla, è stata una doccia fredda. Mai e poi mai avremmo pensato a una cosa del genere».
La signora Odobez racconta di una famigliola molto educata ma allo stesso tempo riservata, che non dava nell’occhio venuta ad abitare in un contesto da sempre familiare. In quell’area sorgeva la metallurgica Odobez, una delle più antiche della città da tempo trasferita a Ballabio. E con il venire a mancare della vecchia zia l’appartamento in questione è stato affittato.
«Lui era gentile e sorridente, se mi incontrava per le scale si offriva di portarmi le borse ma di pochissime parole. Una persona davvero molto schiva ma come cene sono molte, tra i musulmani ma anche tra di noi lecchesi. Era come se non volessero farsi notare in un modo o nell’altro, nè per maleducazione nè per troppa confidenza».
Lei un po’ più socievole «Solo qualche giorno fa mi ha portato un piattone di cous cous- racconta - a casa loro ero entrata una volta quando ha insistito per farmi vedere l’abitazione appena imbiancata. Avevamo rapporti normali di buon vicinato. L’ho vista ieri mattina per l’ultima volta insieme alla bambina, non mi dò pace».
Anche i bambini non si vedevano molto in cortile, vivevano in modo riservato come i genitori. Ma ora che si è scoperto che in quell’appartamento di fianco si stavano organizzando attentati un po’ di disorientamento resta.
«Non si può restare impassibile pensando che magari anche noi abbiamo corso dei pericoli - conclude la signora Odobez - ma nessuno poteva immaginare, di certo mai avremmo pensato di finire alla ribalta per un episodio del genere»n
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