Uildm: «Tagli ai fondi ai disabili, pronti a fare ricorso al Tar contro la Regione»

Uno spiraglio per tutti i disabili, ma soprattutto le loro famiglie, che rischiavano di essere ridotti sul lastrico dalle ultime novità regionali sui bonus in favore delle persone non autosufficienti gravissime e gravi. Regione Lombardia stanzierà nei prossimi giorni ulteriori due milioni di euro che si aggiungeranno ai 30,5 (di cui 13 provenienti dal Fondo Sanitario Regionale) già messi a disposizione lo scorso 18 marzo e disporrà la proroga al 1° agosto 2024 dell’avvio della rimodulazione del buono mensile riconosciuto alle persone con disabilità gravissima e anziani non autosufficienti ad alto bisogno assistenziale assistite dal solo caregiver familiare (misura B1).

Con l’assestamento di bilancio di luglio stanzierà altri 8,5 milioni di euro così da evitare liste di attesa e garantire, allo stesso tempo, la presa in carico dei cittadini in condizione di disabilità gravissima, contemperando la libertà di scelta della persona con quanto dispone la normativa nazionale in materia di implementazione dei servizi. Tutto risolto? Non proprio. Gerolamo Fontana presidente della Uildm (unione italiana lotta alla distrofia muscolare) di Lecco, non canta vittoria: «Hanno messo milioni per la misura B1, per i disabili più gravi, e per eliminare le liste d’attesa. Ma gli 85 euro al mese della misura B2 non sono stati recuperati né rimessi per cui non ci sono fondi per i disabili meno gravi ma sempre in difficoltà. E si sa poco anche di cosa avverrà l’anno prossimo. La preoccupazione rimane ed è alta. La mia, la Uildm, è una delle 27 associazioni che ha fatto ricorso al Tar e, guarda caso, quattro giorni dopo il deposito del nostro ricorso contro le novità che rischiavano di gettare sul lastrico centinaia di famiglie lombarde con disabili gravissimi, sono saltati fuori gli 8,5 milioni per le liste d’attesa. Ma siamo lontani dall’avere sicurezze».

Ma la battaglia va avanti e per Fontana, che ha un figlio gravemente disabile e sperimenta sulla propria pelle cosa voglia dire assisterlo, la politica non si dovrebbe vantare di queste misure: «Se devono costringerci a ricorrere al Tar per riavere diritti che speravamo essere oramai acquisiti, non c’è giustizia. Non si gioca con la vita delle persone».

La Uildm è stata l’unica delle otto associazioni disabili lecchesi ad aver fatto ricorso, però. «Il ricorso costa e senza voler fare i conti in tasca a nessuno so che, da altre parti non so a Lecco, non hanno potuto partecipare. Ma la nostra battaglia continua, al di là di quello che possono ritenere altre associazioni che si occupano di disabilità. Noi vogliamo sapere in anticipo cosa succederà l’anno prossimo. Le famiglie non possono vivere tenendo il fiato in sospeso, temendo che l’anno prossimo io, per fare il mio esempio, non riesca a pagare la badante per mio figlio e per tutti i disabili di misura B1 (gravissimi) e B2 (gravi). Su un bilancio regionale di 30 miliardi, l’incidenza delle spese a nostro carico era dello 0,03 per cento. La regione più ricca d’Europa si comporta così, figuriamoci altre». È una battaglia di civiltà e per il riconoscimento del diritto alla sopravvivenza quello di Fontana: «Proprio così. Siamo molto determinati in questo».

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