Requiem per l’ufficio postale di Germanedo in via Eremo, all’interno dell’ospedale Manzoni. Chiuso, insieme ad altri, dal 2020, all’inizio inizio dell’emergenza sanitaria, è stato l’unico sportello della città non riaprire più. A distanza di quattro anni, la decisione delle Poste appare ormai irrevocabile.
In comunicato, l’azienda lascia aperto un minuscolo spiraglio, ma fa intendere di non sperarci troppo: «Non ci sono aggiornamenti definitivi ,ma la zona è servita dall’ufficio postale di via Belfiore».
Eppure era un punto di riferimento importante per chi gravita attorno all’ospedale Manzoni: dai degenti alle loro famiglie, fino ai medici ed infermieri. Così nell’ampio locale ora inutilizzato potrebbe subentrare un negozio.
Niente da fare neppure per il tanto annunciato ufficio postale che doveva sorgere tra Castello e San Giovanni.
Un progetto di cui si era parlato già nel 2015, dopo che a settembre di quell’anno erano stati chiusi l’ufficio di via Partigiani a San Giovanni e quello di via Renzo ad Acquate.
L’intenzione allora portata avanti dal Comune, con il sostegno ufficioso di Poste, era quella di trovare un ampio spazio, servito da un posteggio, dove trasferire l’ufficio di corso Matteotti a Castello, restando sempre nello stesso rione.
Se non fosse stato possibile trovare uno spazio a Castello, l’alternativa (si diceva) era quella di cercare locali su viale Adamello a San Giovanni, oppure nella vicina zona di via Oslavia.
Ma l’idea è ormai finita in un cassetto, dimenticata.
Ad aprile del 2015 erano state raccolte 640 firme tra i residenti di San Giovanni, Laorca, Rancio e della Bonacina, per dire no alla chiusura dell’ufficio postale di San Giovanni in via Partigiani: già funzionava a giorni alterni, ma almeno riusciva a soddisfare le esigenze di chi abita nei rioni alti della città.
Le firme erano state allegate ad una lettera inviata alle Poste, all’allora sindaco Virginio Brivio e ai sindacati. Nella missiva si chiedeva la creazione di un nuovo ufficio moderno e funzionale per la zona.
A settembre dello stesso anno l’ufficio di via Partigiani era però stato chiuso, e in concomitanza anche quello di Acquate.
Nel corso degli anni alcuni uffici, come quello di Pescarenico in corso Martiri sono stati modernizzati e migliorati. E proprio lo sportello di Pescarenico con quello di Castello e quello di via Belvedere a due passi da viale Turati sono tra i più frequentati considerato che spesso gravitano qui anche i residenti nelle vie del centro città, visto che lo sportello di viale Dante in pieno centro e sempre affollato.
Per sopperire alla chiusura degli uffici postali i portalettere sono attrezzati con dei palmari ad alta tecnologia che rendono sempre più rapide le operazioni come la consegna tracciata di corrispondenza, pacchi e raccomandate, assicurate e atti giudiziari, anche grazie all’utilizzo della firma elettronica del destinatario direttamente sul palmare. Permettono inoltre di contattare telefonicamente il cliente destinatario di pacchi in fase di recapito e di gestire in modo efficace operazioni come il pagamento dei contrassegni, il recapito su appuntamento e il ritiro a domicilio della posta registrata.
Palmari che fungono ormai quasi da mini ufficio postale mobile, e che permettono di fare parecchie operazioni direttamente a casa con il portalettere, e di conseguenza difficilmente si apriranno nuovi sportelli in giro per i rioni.
Piaccia o non piaccia, siamo ormai entrati in un’altra epoca: Chiuse pure le storiche cassette rosse della posta, le buche delle lettere, perennemente vuote e dispendiose da gestire; è comunque previsto l’arrivo di quelle di nuova generazione, denominate “Smart letter box”, in grado di rilevare l’effettiva presenza di lettere e cartoline in cassetta e dunque di efficientare l’attività di svuotatura che sarà effettuato solo in presenza di invii.
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