Cronaca / Lecco città
Lunedì 21 Marzo 2016
Turismo: arrivi in aumento
Ma la vacanza è mordi e fuggi
Nel prossimo triennio è previsto un incremento degli arrivi del 3,5%. Si lavora sulla promozione
Turismo, la parola d’ordine è promozione e ancora promozione. L’Italia e, nello specifico del luogo, anche il lago di Como, e quindi anche Lecco, hanno un problema: il numero di chi sceglie le location della penisola è in continuo aumento da 15 anni a questa parte, ma i turisti si fermano sempre meno.
Da Cernobbio, dove è riunita per il suo forum annuale, la Confcommercio fa il punto sulle prospettive di questo tesoro nazionale e sulle potenzialtà dello stesso.
Gli indici sono positivi: nel prossimo triennio gli arrivi in Italia dovrebbero aumentare del 3,5%, secondo i dati forniti dal presidente di Confturismo Luca Patanè, con punte degli americani, i cui arrivi hanno tassi di crescita del 7% . Meno rilevante il turismo tedesco per il quale si prevede un incremento solo dell’1,5%, la cui contrazione è responsabile del più contenuto del tasso di crescita italiano rispetto a quello previsto su scala internazionale.
Ma rimane il punto nero: la vacanza diventa sempre più “mordi e fuggi”, «una criticità – l’ha definita Patanè – rappresentata dalla riduzione dei giorni di permanenza e della spesa dei turisti, che significa 38 miliardi di entrate valutarie in meno degli ultimi 15 anni».
Se si fossero tenuti i livelli di permanenza del 2001, oggi l’Italia potrebbe contare di 195 milioni di presenze in più e soprattutto su un guadagno ulteriore di 38 miliardi.
Ecco perché dal dibattito è emersa la necessità di «ripensare il modello di offerta turistica con interventi e politiche che accrescano la competitività delle imprese». Il che tradotto significa ancora più e più promozione. Non che questo manchi, a Lecco come in Italia. L’effetto Expo è sotto gli occhi di tutti e la parte “rosa” dei dati dice che tra il 2001 e il 2015 gli arrivi in Italia sono aumentati del 50% toccando quota 53 milioni.
Però, nonostante quanto si sta facendo, nello stesso periodo la permanenza media è scesa da 4,1 a 3,6 giorni cui va abbinata la corrispondente riduzione della spesa pro capite del 35%: ovvero un turista che nel 2001 spendeva 1.035 euro ora non va oltre i 670. A preoccupare però, segnala il rapporto di Confcommercio elaborato con Ciset, è che sono i nostri principali mercati incoming a ridurre la permanenza.
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