Cronaca / Lecco città
Martedì 24 Maggio 2016
Tubettificio, proposta part-time
per salvare i 99 posti di lavoro
Dopo l’incontro con la direzione aziendale
Nuova assemblea indetta dai metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil per oggi pomeriggio nella sede del Tubettificio Europeo, per consultare i lavoratori sulle nuove proposte che arrivano dalla proprietà sul futuro degli attuali 99 dipendenti.
Dopo la dichiarazione di fallimento dello scorso 3 maggio e prima dell’avvio della nuova srl nata dalle ceneri della vecchia Spa, proprietà e sindacati sono tornati ad incontrarsi ieri, 23 maggio, per la trattativa in questa fase di esercizio provvisorio dell’impresa che continuerà ad operare fino al 31 maggio, una data «su cui – ci dice Mauro Castelli della Fiom-Cgil – oggi (ieri per chi legge, nda) il curatore ci ha detto che non ci saranno proroghe. Dopo questo incontro abbiamo deciso di convocare l’assemblea dei lavoratori. Li informeremo sulle intenzioni dell’azienda in modo che possano esprimere le loro posizioni».
Sui contenuti nessuna anticipazione da Castelli e, «nessuna dichiarazione, a parte l’appuntamento della nuova assemblea» da parte di Giovanni Gianola della Fim-Cisl.
Qualche notizia arriva dalla Uilm-Uil. Durante l’incontro di ieri, afferma il segretario Enrico Azzaro, «l’azienda ci ha comunicato una serie di cose fra cui la necessità di ridurre in una certa percentuale i superminimi e sterilizzare per un anno lo sviluppo di nuovi accordi interni. Sull’orario di lavoro – aggiunge – ci è stato detto che estendendo a tutti i lavoratori un orario a part time di 4-6 ore giornaliere l’attività potrebbe ripartire senza escludere nessuno. E’ come dire – conclude Azzaro – che l’azienda potrà ripartire se i lavoratori accetteranno riduzioni economiche, perciò è stata necessaria la convocazione urgente dell’assemblea».
Anche se la strada del rilancio aziendale per quella che è stata un’azienda di riferimento per la produzione di contenitori in alluminio continua ad essere in salita, il nuovo assetto sembra permettere di guardare al futuro e di lasciarsi alle spalle una crisi produttiva di lunga data, sfociata, il 2 dicembre scorso, nella domanda (dichiarata però inammissibile) di ammissione al concordato preventivo e, lo scorso 20 aprile, in quella di fallimento in proprio, con richiesta di esercizio provvisorio fino alla fine di maggio.
Un tentativo, quest’ultimo, per creare una cerniera di continuità accettata dal tribunale che ha valutato che l’esercizio provvisorio di maggio di per sé non è destinato a generare nuovi debiti. Ora il futuro dell’azienda è nelle mani della nuova trattativa per la srl.
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