
Truffe on-line, numeri in crescita
L’esperto: «Insegniamo come difendersi sin dalle elementari»
Lecco
Truffe e frodi online? Lecco è ottava in Lombardia con 1,6 milioni di euro trafugati tramite truffe online o frodi informatiche. Le prime sono quelle in cui cadiamo fornendo dati di carte o di conti bancari a malintenzionati quasi senza accorgercene mentre le frodi informatiche sono quelle in cui, cliccando su link o collegamenti truffaldini, diamo accesso ai nostri “portafogli elettronici” come si darebbe accesso a un ladro nel nostro appartamento. Il “prego si accomodi” informatico è meno frequente della vera e propria truffa, con metodi di convincimento che sfruttano l’ignoranza di certi sistemi o le false promesse di siti trappola o app di malintenzionati. Infatti le truffe online hanno portato via ai lecchesi quasi 1,3 milioni di euro (1.298.108 euro) mentre le truffe informatiche hanno sottratto ai lecchesi 345.078 euro.
È quanto emerge dai dati presentati a inizio settimana al convegno regionale della Fabi, la Federazione autonoma bancari e i numeri mostrano un incremento delle truffe via rete (+30% rispetto al 2023) e delle frodi informatiche (+25%), un fenomeno che cresce molto più significativamente rispetto ai tradizionali furti in casa o alle rapine, figurarsi agli assalti ai bancomat. A Lecco i pirati informatici hanno fatto sparire in pratica 137mila euro al mese (1.643.186 euro totali). Giorgio Missaglia, presidente di Easynet, società che si occupa di sicurezza informatica aziendale, però, non si ferma a questi dati, già in sé molto preoccupanti:
«Questi dati potrebbero essere molto più bassi rispetto a quelli reali. Perché chiaramente il Fondo interbancario traccia le truffe di cui viene a conoscenza. Ma molto spesso queste truffe non vengono neanche denunciate per il forte danno reputazionale che provocano quando vengono fuori. Di conseguenza molto spesso le aziende, ma anche gli stessi privati che subiscono la truffa, si leccano le ferite da soli». Missaglia scuote la testa preoccupato: «Quello che si sa è soltanto la punta del famoso iceberg. Quello che sta in superficie è molto più piccolo di quello che sta sotto la linea di galleggiamento e purtroppo le truffe sono veramente significative ed importanti. Oltretutto con tutti gli aspetti legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale è anche facile creare dei video che simulano altre persone e altre voci che sono perfettamente uguali a quelle di persone reali».
Unica difesa possibile è la consapevolezza. «Se per le aziende i percorsi di difesa possono essere strutturati a seconda della richiesta e della minaccia, per i privati e per i giovani in particolare, bisogna semplicemente insegnare la cyber sicurezza a scuola, fin dalla più tenera età. Dalle elementari. Non smanettando su un tablet ma educando i bambini come si fa con le truffe e le minacce reali, concrete, tangibili». Il consiglio di Missaglia è molto “umano”: «Bisogna imparare a essere degli “Human Firewall”: le prime barriere contro le truffe online siamo noi; se c’è consapevolezza nelle persone si riesce davvero a superare moltissime situazioni pericolose. Dalle scuole fino alle aziende».
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