Triduo pasquale: dopo la Passione e la Via Crucis, sabato proseguono le celebrazioni

«Oggi celebriamo l’uomo dei dolori che si è caricato delle nostre sofferenze e su quella croce sta il vero Dio – ha spiegato monsignor Bortolo Uberti –. Quel segno di ostilità che era la croce, diviene per noi cristiani l’ancora di salvezza in questo mondo che va a pezzi»

Lecco

Domani, Sabato Santo, è il giorno del silenzio e dell’attesa. Le chiese sono spoglie e senza luci: il silenzio della sepoltura è la riflessione necessaria a quella che sarà la gioia della resurrezione. Tutto questo è stato introdotto oggi pomeriggio dalla celebrazione della Passione del Signore.

In basilica di San Nicolò il rito è stato presieduto dal prevosto di Lecco don Bortolo Uberti. La lettura evangelica della passione di Cristo, ha preceduto la spoliazione dell’altare, lo spegnimento di ogni luce. Una processione solenne ha raccolto il crocefisso, che è stato poi posto ai piedi dell’altare. Sino a domani sera il crocefisso diverrà segno della morte del Signore in attesa della sua resurrezione.

«Oggi celebriamo l’uomo dei dolori che si è caricato delle nostre sofferenze e su quella croce sta il vero Dio – ha spiegato don Bortolo –. Quel segno di ostilità che era la croce, diviene per noi cristiani l’ancora di salvezza in questo mondo che va a pezzi». La croce, dunque, diviene il simbolo del possibile cambiamento: «E’ il segno della morte che diventa vita e voce di speranza – ha continuato il prevosto –. Quella croce, che per molti è un segno di sconfitta, per noi è il simbolo della vittoria, ciò che simboleggiava la divisione diviene segno della comunità, ciò che era la fine diviene il principio. Il Cristo crocifisso ci insegna a non nascondere il nostro volto di fronte al dolore , alla guerra, alle disuguaglianze e alle discriminazioni. Fissiamo allora lo sguardo alla croce per ritrovare il fratello che ci è accanto».

La vera speranza sta dunque nella croce anche se “portarla” non è certo facile: «Facciamo nostra la croce – ha concluso il prevosto – anche se le sue schegge penetreranno nella nostra carne. Non dobbiamo aver paura delle schegge di questo legno perché sono libertà e fraternità. Quel legno è Gesù stesso che mette radici sul Golgota, è un albero che germoglia nell’aridità del mondo. Quelle schegge si trasformano in una tavola attorno a cui si siede la comunità, un fuoco che riscalda chi è abbandonato nella sua solitudine, un bastone per chi è anziano, una culla per chi entra nella vita, un nido per chi cerca accoglienza. Noi ci sentiamo fragili, ma possiamo raccogliere una scheggia della croce di Gesù per fare della nostra vita un miracolo».

Questa sera, poi, si è svolta la Via Crucis. Dal Santuario della Vittoria alla basilica di San Nicolò ha attraversato la città. La meditazione, tenuta da don Bortolo Uberti, ha scandito le sette stazioni che hanno proposto la figura di Gesù attraverso gli occhi di sette personaggi della passione: Pietro, Pilato, la Veronica, il Cireneo, Maria e Giovanni, il discepolo più amato.

Domani la chiesa di santa Marta ospita alle 9.30 la celebrazione delle Lodi. Alle 11, sempre in santa Marta, vi sarà la preghiera con i ministri straordinari dell’Eucaristia e gli animatori liturgici. Alle 21 in basilica di San Nicolò, a San Carlo al porto a Malgrate e a San Materno a Pescarenico, verrà celebrata la veglia di Resurrezione. Infine, domani, giorno di Pasqua, le messe saranno celebrate secondo gli orari festivi.

Monsignor Bortolo Uberti: "A Pasqua ritroviamo la nostra vera umanità"

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