Treni ancora in ritardo. E pure freddi
Dopo il martedì da incubo altre segnalazioni anche ieri, specie sui convogli provenienti da Milano. «Quaranta minuti di attesa senza spiegazioni». Nana (Cgil): «Non bastano i convogli nuovi, è la linea il problema».
Dopo il martedì da incubo anche la mattinata di ieri è iniziata nel peggiore di modi per i pendolari in viaggio sui treni della Milano-Tirano. Ma oltre ai ritardi, stavolta sono emerse anche criticità connesse alla comunicazione e alla qualità del viaggio. I principali disagi hanno coinvolto i passeggeri di un convoglio in viaggio da Milano alla Valtellina. Anziché arrivare a Lecco alle 9.02, in modo da ripartire per Sondrio e giungere nel capoluogo valtellinese alle 10.20, il treno è apparso in stazione alle 9.40. Il ritardo non è stato ridimensionato lungo il viaggio verso la provincia di Sondrio e la corsa è terminata alle 11.
«Il problema non è stato rappresentato soltanto dal ritardo – ha raccontato un passeggero di Lecco diretto in ufficio a Sondrio -. Alla stazione di Lecco abbiamo potuto contare su informazioni frammentarie dagli altoparlanti che invitavano a consultare il sito».
Sul sito di Trenord il ritardo cresceva con il trascorrere dei minuti, mentre su quello di Trenitalia il ritardo non veniva segnalato. Una volta a bordo i disagi non sono finiti. Buona parte dei vagoni erano freddi e, come purtroppo spesso avviene, nelle prese elettriche non era possibile ricaricare cellulari e computer per l’assenza di corrente. I disagi, oltre a riguardare numerosi lavoratori, hanno coinvolto turisti diretti verso i paesi del Lario e le stazioni sciistiche della provincia di Sondrio. Altri ritardi di entità minore sono stati osservati nel corso della mattinata e tutto lascia pensare che non bisognerà aspettare molti giorni prima di ritrovarsi di fronte alla stessa situazione.
«Ben vengano i treni nuovi annunciati dalla Regione, ma il vero problema è quello della linea - sottolinea il segretario della Filt-Cgil di Sondrio Giorgio Nana -. Ogni giorno si spera che non ci sia un problema a un passaggio a livello o un guasto agli impianti. Purtroppo i giorni in cui non si riscontrano dei disagi sono sempre di meno». Discutere di trasporti, nella Valtellina che si appresta a diventare terra di Olimpiadi invernali, vuol dire pensare all’appuntamento del 2026. «I tempi per agire in modo concreto sono ristretti - conclude il sindacalista che da quasi vent’anni si occupa della categoria dei trasporti -. La modalità sostenibile è un aspetto cruciale per un territorio che vuole ospitare eventi di rilievo mondiale, anche perché queste manifestazioni rappresentano un’occasione per farsi conoscere e apprezzare. Qui invece siamo costretti ad affrontare problematiche del tutto simili a quelle che denunciavamo nei decenni passati».
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