
Cronaca / Lecco città
Venerdì 11 Aprile 2025
Transumanza, nel lecchese settemila capi pronti a tornare al pascolo
Lecco
Sono oltre 7.000 i capi che vengono portati al pascolo sui nostri monti tramite la transumanza che presto invaderà le strade di Lecco in direzione Valsassina: dalle stalle invernali agli alpeggi estivi si muoveranno quasi 4000 pecore, 1800 capre, 1200 bovini e 200 equini. Direzione? I 27 alpeggi presenti in provincia di Lecco. Non solo pascoli e terreni, ma anche strutture di ricovero del bestiame, locali adibiti alla lavorazione del latte, alloggi per i conduttori. Un vero sistema socioeconomico di grande valore.
E Ats Brianza, l’agenzia di tutela della salute della nostra provincia, vuole far sì che si inizi con il piede giusto la monticazione: per questo ha illustrato agli operatori, nei giorni scorsi a Barzio (nella sede della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera), le corrette tempistiche e modalità di gestione dell’attività dell’alpeggio: richiesta delle autorizzazioni, comunicazione sullo spostamento dei capi dalle stalle del fondovalle ai pascoli e ritorno, rispetto delle condizioni di sanità animale per il bestiame. È stata sottolineata l’importanza della campagna di vaccinazione obbligatoria degli ovini, partita nei giorni scorsi, contro la malattia della blue tongue, la febbre catarrale infettiva, che in particolare colpisce pecore, agnelli e montoni.
Grande attenzione, poi, è stata posta sul controllo sulla qualità igienica delle produzioni tradizionali a base di latte ottenute nei caseifici di montagna. Gli alpeggiatori sono tenuti a redigere un manuale di autocontrollo della qualità igienica, che abbracci tutte le fasi di produzione e lavorazione del latte: pulizia e sanificazione dei locali di mungitura, adeguatezza degli stessi, gestione dei farmaci, approvvigionamento di acqua potabile, sicurezza e corretto utilizzo dei sistemi di riscaldamento del latte, conservazione dei prodotti.
Non ultimo il tema della convivenza tra operatori zootecnici e frequentatori della montagna, turisti ed escursionisti. Per la difesa di mandrie e greggi da animali predatori, come i lupi, chi conduce gli alpeggi si avvale dell’indispensabile supporto dei cani pastore. Questi, lasciati liberi dai loro padroni a governare gli armenti, hanno uno straordinario senso di attaccamento e protezione verso il bestiame e possono manifestare atteggiamenti molto aggressivo. I proprietari di questi cani hanno precise responsabilità, ma altrettanto importante è che anche i frequentatori della montagna sappiano quali regole di prudenza seguire.
«Siamo impegnati per ottenere dagli operatori del settore zootecnico che vivono la stagione dell’alpeggio una preparazione sempre più qualificata – dichiara il dottor Diego Perego, direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origina Animale – e vogliamo altresì che il rapporto tra chi frequenta la montagna per lavoro e chi per piacere avvenga in un clima di rispetto e consapevolezza nei confronti della presenza di animali. Per questo organizzeremo con diverse modalità, incontri pubblici, messaggi social e cartellonistica sui sentieri, oltre a un’apposita campagna di sensibilizzazione e informazione».
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