«Ormai basta poco per creare code chilometriche. È necessario intervenire». Gli ultimi due “venerdì neri” della viabilità a Lecco, con migliaia di cittadini costretti in interminabili code, hanno reso evidente la necessità di una diversa gestione delle emergenze viabilistiche. Proprio su questo intende lavorare Palazzo Bovara, come confermato durante l’ultimo consiglio comunale da Simona Piazza, vicesindaco nonché assessore con delega alla Polizia Locale. «Su incarico della Prefettura – ha spiegato Piazza – convocheremo un tavolo informale con le amministrazioni di Malgrate e Vercurago per lavorare ad un protocollo di pre-emergenza. Ormai l’afflusso di auto lungo la ss36 ha raggiunto livelli talmente elevati che basta un minimo problema per intasare l’infrastruttura, bloccare le rampe di accesso e creare ingorghi interminabili sulla viabilità cittadina».
Nel dettaglio, tre settimane fa è bastato un autoarticolato in avaria nel Barro per mandare in tilt completamente la viabilità del capoluogo. «La regolamentazione del traffico nelle situazioni di emergenza – ha aggiunto il sindaco Mauro Gattinoni – è disciplinata da un protocollo redatto dalla Provincia di Lecco insieme alle amministrazioni comunali. Nella versione di questo documento in vigore dal 2019 ci sono alcuni aspetti non realistici». Ad esempio, ha proseguito Gattinoni, questo protocollo non contempla la chiusura simultanea del ponte Manzoni in entrambe le direzioni, come avvenuto nel febbraio 2022 quando uno dei cartelloni stradali volò via per poi crollare sull’altra corsia. Allo stesso modo, il documento non disciplina i casi di chiusura della ss36dir, ovvero la Lecco – Ballabio. «Tutte le misure di emergenza inserite nel protocollo scattano solo nei casi in cui servono più di sei ore per ripristinare la normalità» ha precisato Gattinoni. Quando si verifica un blocco del traffico, Anas attiva le sue squadre oppure la Polizia stradale, i quali verificano i motivi del fermo. Se è possibile ripristinare la normalità entro sei ore, le misure di emergenza non scattano.
«Eppure – ha aggiunto Gattinoni – tutti i lecchesi sanno bene che è sufficiente un minimo problema per creare code interminabili nel giro di 15/20 minuti, bloccando la città. Proprio per gestire adeguatamente anche queste situazioni abbiamo chiesto l’introduzione di un protocollo di pre – emergenza da redigere assieme ai comuni limitrofi».
Secondo quanto annunciato dal vicesindaco Piazza, il comune avrebbe raccolto un primo preventivo per un sistema di alert in grado di inviare istantaneamente alla centrale operativa della Polizia Locale, nonché in futuro magari anche a cittadini iscritti in determinati canali, un avviso in merito alla presenza di blocchi del traffico. In ogni caso, anche questo nuovo meccanismo sarà eventualmente disciplinato all’interno del protocollo di pre – emergenza. Non si tratterebbe, peraltro, dell’unica innovazione allo studio di Palazzo Bovara per quanto riguarda la ss36. Nel Piano urbano per la mobilità sostenibile, infatti, si cita l’idea di aprire un tavolo con Anas e altri enti interessati per sviluppare un “progetto pilota di controllo e moderazione del traffico” lungo l’arteria. Tra le altre cose, ciò prevederebbe il telecontrollo costante delle velocità puntuali e delle velocità medie sul tratto tra la galleria S.Martino e la galleria del Monte Barro, nonché l’adozione di limiti di velocità variabili in funzione dei livelli di traffico e di altre condizioni rilevanti.
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