Tra Lecco e Sondrio nel 2023
dodici incidenti mortali sul lavoro
I dati sono stati diffusi dall’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) di Sondrio, in occasione dell’inaugurazione della mostra multimediale “I segni del mestiere. Testimonianze di sopravvissuti di fronte al lavoro” realizzata da Lorenzo Campagnari, figlio di un invalido sul lavoro. La mostra si potrà visitare gratuitamente fino al 12 aprile nell’Istituto Tecnico A. De Simoni – M. Quadrio di Sondrio (in via Tonale, 14)
Nel 2023 gli infortuni sul lavoro denunciati sono diminuiti in Lombardia del 16,6%, passando da 131.692 (il dato del 2022) a 109.849. Gli infortuni mortali sono stati comunque ben 172 (erano stati 177 nell’anno precedente). Per quanto riguarda i nostri territori, in provincia di Lecco si sono registrati lo scorso anno 3.539 infortuni sul lavoro (contro i 4.438 del 2022, -20,2%) di cui ben 7 mortali (contro i 3 del 2022), mentre in provincia di Sondrio gli incidenti totali sono stati 2.070 (dai 2.204 dell’anno precedente) di cui 5 mortali (erano stati 3 nel 2022). A questi numeri vanno aggiunti quelli relativi alle malattie professionali denunciate, che nel 2023 sono risultati in netta crescita a Lecco (115, +23,7%) ed in calo a Sondrio (54, -15,6%).
I dati sono stati diffusi oggi dall’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) di Sondrio, in occasione dell’inaugurazione della mostra multimediale “I segni del mestiere. Testimonianze di sopravvissuti di fronte al lavoro” realizzata da Lorenzo Campagnari, figlio di un invalido sul lavoro. La mostra si potrà visitare gratuitamente fino al 12 aprile nell’Istituto Tecnico A. De Simoni – M. Quadrio di Sondrio (in via Tonale, 14).
“Tutti conosciamo i terribili incidenti che hanno coinvolto giovani ragazzi che stavano svolgendo esperienze lavorative durante il percorso scolastico – dichiara Giorgia Lauretta, responsabile Anmil di Sondrio – dimostrandoci che c’è ancora molto da fare per garantire a tutti, studenti e lavoratori, la massima tutela della propria incolumità e non bastano appelli o scioperi per dimostrare un’evidenza aberrante nel mondo del lavoro di cui siamo purtroppo testimoni. C’è ancora molto da fare – conclude Lauretta - soprattutto nel mondo della scuola dove portiamo da anni le nostre testimonianze e siamo grati a Lorenzo che ha saputo raccontare con questo progetto fotografico, e continua a farlo costantemente, storie di ordinaria insicurezza”.
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