Cronaca / Lecco città
Mercoledì 26 Settembre 2018
Tra gli imprenditori resiste la fiducia
«Ma ora le riforme vanno realizzate»
Nella ricerca Federmeccanica ancora indicazioni di crescita che però perde slancio - Lorenzo Riva: «Vanno sostenute le innovazioni e la diffusione degli strumenti di Industria 4.0»
A Lecco come in Italia, il manifatturiero cresce, ma in modo meno marcato di prima. La colonna vertebrale dell’economia del Paese e, soprattutto, del nostro territorio: la metalmeccanica è tornata ieri sotto i riflettori, in occasione della presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica su questa tipologia di industria.
Sono, questi, i “Giorni della metalmeccanica”, che hanno permesso di constatare numeri alla mano il proseguimento di una fase moderatamente espansiva per il settore metalmeccanico, mentre le previsioni sono all’insegna di un rallentamento. Una tendenza che anche a Lecco è stata rilevata dall’Osservatorio di Confindustria, nel raffronto tra il primo semestre 2018 e la seconda metà del 2017, con risultati positivi ma un ritmo di crescita inferiore.
«Se il sentiment degli imprenditori resta buono - commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva -, non mancano nel mondo produttivo le preoccupazioni legate allo scenario internazionale ma anche a quello nazionale, con grandi attese soprattutto per la legge di Stabilità, che sarà un banco di prova dell’attenzione che il Governo deciderà di assegnare all’industria. Condividiamo appieno il messaggio lanciato oggi da Federmeccanica: solo se si punterà di più sulle imprese ci potranno essere più lavoro, benessere e sviluppo».
In questo senso, lo stesso Riva indica la rotta da seguire: «stimolare la crescita del metalmeccanico, continuare sulla strada delle riforme, guardare verso Industria 4.0, sostenere l’innovazione devono essere le priorità dell’agenda politica, per lo sviluppo delle imprese, del sistema produttivo ed in particolare del metalmeccanico e del Paese».
Sulla necessità di puntare sulle imprese si sofferma anche Antonio Bartesaghi, presidente dei metalmeccanici per l’associazione di via Caprera, secondo cui questo dovrebbe equivalere a «mettere a punto politiche per sostenere gli investimenti in innovazione, promuovere un mercato del lavoro flessibile, che per noi non è sinonimo di precario, e dove sia incentivato il collegamento tra salari e produttività, promuovere un sistema educativo che colloqui con le imprese e sia in grado di sostenere il fabbisogno di risorse umane, significa ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttività».
Uno dei problemi principali, ribadito in più occasioni dagli industriali del Lecchese, è la carenza di personale qualificato. «La risposta più importante sta nella formazione e nei rapporti fra mondo del lavoro e della scuola, attraverso i percorsi di alternanza, ma non solo – aggiunge Bartesaghi -. Su questo stiamo molto insistendo sia con l’adesione ai progetti di Federmeccanica, che abbiamo portato anche nelle nostre province, sia con il sostegno all’Its per la meccatronica con sede a Lecco».
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