Teatro di Lecco modello Bergamo: la fondazione

La proposta In consiglio comunale ottimismo bipartisan sulle prospettive di imitare la gestione del Donizetti. Bernasconi (Fattore Lecco): «Pochi posti, si può immaginare di riunire anche le ville Gomes e Ponchielli»

«La soluzione migliore è la fondazione». Prosegue a piccoli passi il percorso verso la costruzione del nuovo modello di gestione del teatro della società di Lecco. Nell’ultima riunione della commissione cultura, Ciro d’Aries, della società di consulenza D’Aries & Partners srl, ha illustrato ai presenti le opzioni che la normativa attuale mette a disposizione. Quella preferita dai consiglieri sembra essere la fondazione.

«Mi piace molto quest’idea. – ha esordito Corrado Valsecchi di Appello per Lecco – Credo che potremmo avere dei riscontri formidabili da parte sia del privato sia di altri enti pubblici. Abbiamo sempre considerato il teatro come un patrimonio della città punto e basta. Mi piacerebbe invece allargare il discorso attraverso un’iniziativa comunitaria di grande respiro».

Secondo il dottor d’Aries, il principale “rischio” di una fondazione riguarda la necessità di assicurare una contribuzione e un sostegno stabile da parte degli altri membri, in particolare di quelli privati. «Anche io – ha aggiunto Peppino Ciresa di Lecco ideale – Lecco merita di più – Forza italia – ritengo sia necessario mettere in campo una fondazione. Si potrebbe ragionare sulla possibilità di proporre degli incentivi per favorire le adesioni. In passato la camera di commercio partecipava economicamente allo sviluppo dell’attività del teatro e in cambio, in occasione di alcuni spettacoli, aveva un palco riservato».

«Siamo tutti concordi – ha evidenziato Mattia Bernasconi di Fattore Lecco – sulla necessità di alleggerire gli oneri a carico del Comune. Allo stesso tempo, il nostro obbiettivo dev’essere quello di rendere il teatro di nuovo vivo. Bergamo può rappresentare un buon modello ma dobbiamo stare attenti alle caratteristiche del nostro patrimonio. Con i suoi 450 posti, il nostro teatro è piccolo in termini assoluti. Si potrebbe immaginare una realtà in grado di raccogliere altri spazi della città, come villa Gomes o villa Ponchielli. Si potrebbe anche immaginare un modo di coinvolgere anche i singoli cittadini appassionati attraverso una sorta di azionariato popolare».

La prossima riunione della commissione cultura sul nuovo modello di gestione del teatro della società si terrà nel mese di gennaio.

«Ringrazio tutti per gli stimoli e le proposte. – ha concluso Simona Piazza, assessore alla cultura – È necessario sviluppare un modello di gestione semplice, non costoso, snello ma anche duraturo e stabile nel tempo. Le risorse comunali ci saranno ma con l’ausilio dei privati riusciremo a sviluppare una proposta culturale in grado di soddisfare le richieste del territorio. Credo che la nuova realtà che nascerà si debba occupare solo della gestione del teatro, almeno per ora. Per quanto riguarda il bar adiacente alla struttura, apriremo una gara in modo da individuare un soggetto specializzato».

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