Stop alla caccia: la stagione si apre in sordina per un ricorso al Tar

Stop alle doppiette. La stagione venatoria 2024-2025 non si è aperta com’era prevista dal calendario regionale.

Questo a causa del pronunciamento del Tar della Lombardia che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata giovedì scorso da alcune associazioni ambientaliste. Fino al 2 ottobre l’apertura sarà limitata solo ad alcune specie, che esclude però tutta l’avifauna ovvero gli uccelli. Il che ha fatto infuriare l’assessore regionale all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi. «Una decisione che lascia increduli e che penalizza profondamente i cacciatori lombardi e l’intera amministrazione regionale, che aveva presentato un calendario equilibrato. Avevamo presentato le nostre argomentazioni con urgenza attraverso l’avvocatura regionale, sottolineando come il ricorso fosse anomalo nella forma e nei tempi (è stato presentato solamente giovedì scorso, n.d.r.). Contestare il nostro provvedimento, adottato oltre due mesi fa, a ridosso dell’apertura della stagione venatoria, è un chiaro tentativo di arrecare il massimo danno possibile, senza nemmeno entrare nel merito dei contenuti del calendario. Spiace notare che a differenza di quelli presentati da alcune associazioni venatorie, il nostro atto non sia nemmeno citato nella sentenza, come se non fosse nemmeno stato preso in considerazione».

Beduschi annuncia battaglia: «Continueremo a difendere con forza il diritto dei cacciatori lombardi e a sostenere un calendario venatorio che è frutto di un’attenta pianificazione e di equilibrio. È però triste e per certi versi inaccettabile che un’attività che solo in Lombardia impegna decine di migliaia di cittadini che pagano regolarmente le licenze e che hanno dei diritti costituzionali, sia in balia di tecnicismi burocratico giudiziari».

Naturalmente anche il consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini non le manda a dire: «Ha fatto benissimo l’Assessore Beduschi a prendere una posizione chiara. È ormai evidente che questi ricorsi sono assolutamente strumentali e metodici ed hanno come unico scopo quello di ritardare la stagione venatoria, impedendo l’esercizio di un legittimo diritto da parte dei cacciatori. Una profonda ingiustizia, nei confronti di chi, è bene ricordarlo, per esercitare il suddetto diritto, paga e contribuisce a sostenere economicamente il bilancio regionale».

Per Zamperini il ricorso degli ambientalisti è un atto politico deplorevole. «Continuando così il rischio è che i cacciatori smettano di pagare la licenza, creando un danno economico e un danno ambientale, perché si sposteranno in altre regioni o stati per poter esercitare la loro passione, facendo venire meno un prezioso contributo nel presidiare il territorio e nel regolare la fauna selvatica salvaguardando la biodiversità».

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