Sozzani, il galantuomo
È stato l’anima del “Posta”
Il lutto Un signore d’altri tempi, aveva conquistato tutti con il suo garbo
Ai vertici di Confcommercio e Federalberghi - Credaro: «Grave perdita»
Un signore d’altri tempi. Sempre elegante e distinto. Sorridente, ma discreto anche se di storie ne aveva incontrate e sentite tante nel corso di tutti gli anni trascorsi «a fare l’oste» come amava dire negli alberghi di tutta Europa, oltre che della Valtellina.
Renato, per tutti “Tato”, Sozzani era una delle figure simbolo della città, non foss’altro che per l’impegno nelle istituzioni locali, e per quei 35 anni trascorsi ad accogliere chiunque varcasse la porta del Grand Hotel della Posta - e del suo inimitabile ristorante - in piazza Garibaldi.
Figura indimenticabile
Emblema di una società che lentamente sta scomparendo, Sozzani si è spento ieri mattina nella sua casa sondriese a 89 anni.
La notizia della sua morte si è diffusa presto in città lasciando una scia di sgomento e dispiacere che si è fatta tutt’uno con il dolore della famiglia, dell’amata moglie Iole con cui ha condiviso la sua intera vita, delle figlie Adriana e Paola e delle loro famiglie, di nipoti e pronipoti.
Pur non essendo valtellinese di nascita - infatti era nato a Pavia -, Renato Sozzani, che nel 2017 aveva dovuto dare l’addio al fratello minore Sandro anch’egli figura di spicco del panorama politico locale, è entrato nel cuore degli abitanti della provincia, dei sondriesi in particolare, riuscendo a superare la naturale diffidenza della gente di montagna e conquistandosi sul campo, con i suoi modi garbati e le doti di accoglienza e gentilezza, quella valtellinesità che tutti gli hanno poi riconosciuto.
«Un uomo che non è stato solo e semplicemente un imprenditore», dicono ricordandolo con commozione i vertici dell’Unione del Commercio e del turismo di Sondrio di cui fu nel 1974 tra i soci fondatori.
«Sozzani è stato una figura emblematica della nostra Valle - aggiungono - e che pertanto resterà per sempre negli annali della nostra storia».
Sozzani ha saputo coniugare il suo impegno “privato” nel mondo dell’accoglienza e della ristorazione con quello pubblico, un mondo dell’associazionismo di cui è stato punto di riferimento importante per molti anni.
Attualmente rivestiva ancora la carica di presidente onorario sia dell’Unione (dal 2009) sia di Federalberghi Sondrio (dal 2008), nonché di presidente del Comitato dei garanti. Ma Sozzani è stato presidente di Confcommercio Sondrio dal 1988 al 2000, presidente di Federalberghi Sondrio dal 1976 al 2000, consigliere di Confcommercio nazionale, di cui fu poi revisore dei conti e in seguito componente del Collegio dei probiviri.
Insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, Sozzani è stato a lungo amministratore della Camera di Commercio di Sondrio, in un periodo che ha visto il passaggio al nuovo ordinamento. Ha rivestito il ruolo di presidente dall’ottobre del 1998 all’ottobre del 2003 (per rimanere nel consiglio camerale fino al 2008).
Fra le numerose iniziative realizzate sotto la sua presidenza, insieme all’approvazione del primo statuto camerale, si annoverano altri punti fondamentali.
Come la costituzione della Strada del vino e dei sapori della Valtellina, di cui è stato il primo presidente, l’adesione a UniverLecco, poi diventata UniverLecco-Sondrio.
È stata proprio questa struttura che ha dato vita al progetto del Polo universitario del Politecnico di Lecco e le celebrazioni del Bicentenario della costituzione della Camera di commercio, a Chiavenna nel settembre del 2003.
Nel Cda della Bps
Oltre a questo Sozzani è stato «per oltre 39 anni stimato e apprezzato amministratore» della Banca Popolare di Sondrio, per un decennio “nostro” consigliere nella società editrice La Provincia Spa, oltre che presidente del Cda della Pirovano Stelvio.
Nel 2010 è stato insignito del “Premio Lombardia per il lavoro”, riconoscimento all’impegno e l’operosità di donne e uomini lombardi che contribuiscono in modo significativo allo sviluppo economico e sociale della regione (lo avevano già ricevuto Mario Galbusera ed Emilio Rigamonti).
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