Cronaca / Lecco città
Venerdì 06 Ottobre 2017
Sono in calo i fallimenti
In aumento i concordati
Fino a settembre i crac dichiarati sono 46 contro i 57 dello stesso periodo dello scorso anno. Antonio Rocca: «In atto un miglioramento, seppur lento»
Calano i fallimenti ma aumentano i concordati registrati dal tribunale di Lecco alla data del 21 settembre.
Con 46 fallimenti dichiarati il 2017 sembra vedere in provincia di Lecco un minor numero di crac rispetto ai 57 registrati alla stessa data nel 2016.
L’andamento è in linea con quanto registrato in questi giorni anche dall’ultima analisi diffusa dal Cerved con dati nazionali e regionali, secondo cui «nel primo semestre di quest’anno i fallimenti tornano a livelli pre-crisi», con 36.500 imprese che hanno avviato procedure di default o chiusura volontaria. In dato assoluto sono certo parecchie ma sono tuttavia in calo del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a conferma di «segnali di miglioramento che già erano emersi in precedenza: il sistema imprenditoriale italiano – affermano gli analisti del gruppo specializzato sul rischio di credito e gestione dei crediti deteriorati – si avvia verso l’uscita dal lungo periodo di crisi economica».
Aumentano invece in provincia di Lecco i concordati, dai 6 di settembre 2016 ai 10 di quest’anno. I dati del tribunale rispecchiano una tendenza in atto «che come categoria complessivamente osserviamo anche fra le aziende nostre clienti. Sul territorio – afferma il presidente dell’Ordine dei commercialisti, Antonio Rocca – abbiamo riscontro di due fenomeni. Primo, è in atto un miglioramento, per quanto lento, dell’economia locale che sta portando con se un ancor più lento miglioramento dell’occupazione. Il secondo fenomeno – aggiunge Rocca – riguarda il fatto che comunque usciamo da un periodo di crisi molto pesante che ha messo fuori gioco tante aziende. Significa che oggi ci sono meno aziende che possono fallire, considerano che un alto prezzo alla crisi è stato pagato da aziende dell’edilizia, del commercio e in generale da tutte quelle aziende non legate alle esportazioni e che quindi hanno scontato il calo dei consumi nazionali». Dall’osservatorio dei commercialisti la crisi ha colpito al di là delle dimensioni aziendali, con «l’edilizia, in cui hanno sofferto in tempi diversi sia le aziende più grandi che le piccole. Nel commercio invece – aggiunge Rocca – soffrono di più i piccoli, ma anche le grandi catene non se la passano molto bene».
La dimensione, invece, ha fatto (e sta ancora facendo) la differenza nel metalmeccanico dove a pagare «sono soprattutto i piccoli che non hanno la possibilità di andare all’estero. Si salvano invece i piccoli che forniscono al traino di aziende più grandi che operano sull’estero».
Fra le categorie non manca l’esempio degli artigiani che, per quanto piccoli, «se esportano, e a Lecco ce ne sono, riescono a difendersi bene, al contrario di chi fra loro lavora fornendo i singoli privati. Tuttavia – conclude Rocca – un aspetto del miglioramento economico a Lecco si può osservare nel turismo, che i n queste ultime stagioni sta muovendo i suoi primi passi verso la crescita».
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