Cronaca / Lecco città
Sabato 23 Maggio 2020
Soldi alle imprese
A Lecco arrivati 123 milioni
Decreto liquidità: ne hanno beneficiato duemila ditte. La maggior parte dei finanziamenti fino a 25mila euro
In una sola settimana è cresciuta molto la cifra totale dei finanziamenti richiesti dalle imprese lecchesi e valtellinesi nell’ambito del decreto “Liquidità”. I dati aggiornati a ieri e che comprendono le richieste dal 17 marzo, data di entrata in vigore del provvedimento, evidenziano numeri in decisa crescita per Lecco e Sondrio: nel Lecchese le domande hanno raggiunto quota 2.028 per 123,98 milioni totali (di cui 1.786 per 38 milioni relative ai mini prestiti), mentre in Valtellina siamo a 1.234 richieste per 42,3 milioni (di cui 1.146 per i finanziamenti fino a 25mila euro).
In provincia di Como 3.322 domande per un totale di 155,24 milioni, contro gli 80 milioni richiesti fino alla scorsa settimana con poco più di 1.600 istruttorie. L’importo medio del finanziamento è di 46.733 euro.
La grande maggioranza delle pratiche istituite dalle banche ed inviate al Fondo di garanzia del Mediocredito Centrale riguardano i prestiti fino a 25mila euro: a Como sono infatti 2.917 (l’87,8% del totale) per un importo di 62,5 milioni e una media di 21.400 euro.
In Italia è stata superata ieri la quota delle 300mila domande per oltre 13 miliardi.
Rispetto all’andamento iniziale, si assiste in questi giorni ad un ricorso più deciso a questo strumento, mentre le procedure risultano più snelle e le somme sul conto corrente arrivano con maggiore rapidità.
Tuttavia, il parlamento è impegnato per tentare di velocizzare le procedure. Mercoledì scorso, le commissioni Finanza e Attività produttive della Camera hanno approvato una riformulazione di diversi emendamenti del decreto “Rilancio” che prevedono di innalzare da 25 a 30mila euro i prestiti per le piccole e medie imprese garantiti al 100% dallo Stato e di aumentare il tempo di rimborso da sei a dieci anni.
La durata è stata aumentata fino a trent’anni per i prestiti fino a 800mila euro con garanzia statale all’80% (che può salire al 100% con il contributo dei Confidi). Giovedì invece sempre le due commissioni riunite hanno dato l’ok alla proposta di introdurre una “dichiarazione sostitutiva per le richieste di nuovi finanziamenti”, di fatto un’autocertificazione costituita da informazioni rilasciate sotto la propria responsabilità.
L’imprenditore dovrà ora autocertificare che l’attività d’impresa è stata limitata o interrotta a causa dell’emergenza e che prima dell’epidemia sussistevano le condizioni di continuità aziendale. Il titolare dell’azienda dovrà, oltre a confermare la veridicità dei dati forniti e la propria correttezza a livello fiscale e penale, dichiarare che il finanziamento coperto dalla garanzia viene richiesto per sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali localizzati in Italia. Appena ricevuta l’autocertificazione, la banca dovrà trasmetterla al Fondo di garanzia, accelerando la procedura e garantendo così un automatismo di fatto tra la richiesta e l’erogazione del prestito. Con questo procedimento, infatti, la responsabilità di eventuali scorrettezze viene spostata dalle banche alle imprese richiedenti, che dovranno tuttavia aprire un conto corrente dedicato per facilitare i futuri controlli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA