Sofia sarta a vent’anni. È la prima stilista
di Livigno

La passione per ago e filo arrivata a 13 anni. Ha aperto un laboratorio per riparazioni e creazioni. Gli artigiani l’hanno premiata per la sua intraprendenza

LIVIGNO

Ma una ragazza che è venuta alla luce il 25 giugno del 2002, lo stesso giorno nel quale Michael Jackson passava all’aldilà, qualcosa di storico era evidentemente destinata a farlo.

Una bella sfida

Mai nessuno aveva intrapreso questa professione a Livigno, prima c’era qualcuno che cuciva e stop. Ma per andare dalla sarta era necessario oltrepassare la dogana. E, in verità, non ci pensava nemmeno lei di intraprendere la strada che dapprima l’ha portata all’istituto Romegialli di Morbegno a imparare l’arte della sartoria e poi ad aprire il suo laboratorio nel Piccolo Tibet. «La casa è ancora da finire, ma intanto ho aperto il laboratorio».

Di tempo non ne perde certamente la ragazza premiata domenica nella ventinovesima festa degli artigiani al Vallesana di Sondalo per la sua intraprendenza. Diplomatasi nel giugno del 2021, a dicembre ha aperto il suo laboratorio.

Non l’ha fermata neppure la pandemia: «Di tempo me ne danno poco, al massimo 48 ore, anche i negozi di abbigliamento di Livigno per i quali effettuo riparazioni e migliorie. Il vestito preparato su misura dal sarto non è ancora entrato nella mentalità dei livignaschi, ma conto avvenga presto. Non mi lamento di certo, ho tanto da lavorare». Lei con ago, filo, tanta buona volontà abbinata al talento è pronta alla sfida. Mai come nel suo caso è stato determinante l’incontro con una docente a scuola. La professoressa Chiara Vaninetti della scuola sarta di Morbegno ha capito immediatamente il talento dello scricciolo livignasco.

Nell’alternanza scuola-lavoro con la sartoria di Rosalba Acquistapace la giovane Sofia, tenendo fede al proprio nome, ha mostrato la sua sapienza, intraprendenza, creatività, tutte doti necessarie per intraprendere con solide basi la carriera da sola. Da vera livignasca non ha avuto nessuna paura a gettarsi nella mischia, a fare da sola, nonostante la giovane età. «Lo spirito imprenditoriale l’ho ereditato indubbiamente da mio papà Martino, che ha una falegnameria a Livigno, il resto della famiglia era un po’ più prudente». Per il momento fa tutto da sola.

L’abito da sposa decisivo

«Al momento della scelta della scuola superiore in terza media, probabilmente come tutti, non sapevo cosa scegliere - ricorda Sofia -. Negli open day avevo fatto visita alle scuole professionali di Tirano e di Sondrio, ma non era scoccata la scintilla. Poi ho visto un abito da sposa preparato a Lecco, è stato quello il momento in cui si è generato il desiderio di intraprendere questa scuola e così io, che non avevo mai cucito in vita mia, mi ritrovo ora tutto il giorno con la spoletta in mano».

Ma lei non è Penelope, non fa e disfa, al massimo perfeziona.

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