Soccorso Alpino, l’eredità di “Ciapin”

70° anniversario Il Corpo nazionale ha celebrato l’anniversario con la Medaglia al Merito in Prefettura. Anemoli: «Daniele Chiappa con l’intuizione della piazzola del Bione ha cambiato il nostro metodo di intervento»

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) ha celebrato il suo 70° anniversario di fondazione.

È stato insignito, alla Prefettura di Milano, della Medaglia d’Oro al Merito Civile della Repubblica Italiana. Fondato nel 1954, il Cnsas ha iniziato la sua attività con 139 interventi che hanno portato soccorso a 153 persone e consentito il recupero di 57 deceduti, a livello nazionale. Ma poi i numeri si sono moltiplicati: a settant’anni di distanza il bilancio complessivo delle operazioni ha raggiunto la cifra impressionante di 232.551 interventi in tutta Italia.

E sui nostri monti? La XIX delegazione lariana ha effettuato solo nel 2024 già 425 interventi. Per quanto riguarda la provincia di Lecco siamo a 350 interventi circa sul totale di una delegazione che abbraccia quattro province (Como, Lecco, Varese e Pavia), e sette stazioni delle quali tre sono lecchesi (Lecco, Valsassina e Triangolo Lariano). La media è di 300 interventi all’anno, ogni anno. Il venti per cento di questi interventi sono dati da inesperienza, mancata conoscenza del territorio, perdita dell’orientamento. Marco Anemoli, responsabile del Cnsas XIX Delegazione Lariana, non ha dubbi su questo: «Sul 20 per cento di interventi che avremmo potuto evitare, facciamo molta prevenzione sui social e sui nostri canali mediatici. Il venti per cento riguarda persone illese, ma queste sono sempre sottoposte a rischio evolutivo sanitario e dunque potrebbero poi rientrare nella casistica degli infortuni. Ecco perché battiamo così tanto il tasto su questo punto».

Il resto, dunque, sono interventi pericolosi, essenziali, spesso salvavita. A volte di mesto recupero di salme. Sempre al limite delle energie umane e mentali di questi soccorritori e al cospetto della natura. Per questo il 70° non è solo la medaglia d’oro del presidente della Repubblica al corpo del Cnsas, ma è un riconoscimento soprattutto alla forza di volontà dei soccorritori della delegazione: «Siamo circa 270 volontari – spiega Anemoli -, sempre più preparati e impegnati, con materiali in costante sviluppo. Attualmente il soccorso alpino è l’unica associazione/ente riconosciuta che può fare interventi sia tecnici che sanitari. Per questo abbiamo medici, infermieri professionisti, tra di noi, ma anche chi non lo è presta servizio solamente dopo un corso di soccorritore in ambiente impervio».

Marco Anemoli non vorrebbe ricordare nessuno in particolare per non dimenticare qualcuno per strada. Ma nel corso dei 150 anni del Cai di Lecco, la serata sul soccorso alpino ha avuto un protagonista indiscusso: «L’evento della caduta dell’aereo dell’Atr 42 in Conca di Crezzo ci fece scoprire l’importanza del mezzo elicottero. Progredimmo con la piazzola di elisoccorso e la stazione del Bione. Ancora oggi quello è un punto di emergenza che può ospitare più elicotteri per interventi sia di carattere sanitario che per le forze dell’ordine e l’Esercito.

Fu Daniele Chiappa, il Ciapin, a pensare per primo all’elicottero e al Bione come punto fisso per poter trasportare in maniera celere sia le squadre che medici e infermieri. Una struttura avanzata del 118, quello che è attualmente, che poi si è andata via via espandendo». Anemoli conclude: «Il soccorso alpino regionale e la struttura di Areu sono andati avanti su questa strada che fu una grande intuizione del Ciapin »

70 anni soccorso alpino. Video di Marcello Villani

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