Cronaca / Lecco città
Domenica 13 Settembre 2015
«Situazione assurda
l’ente deve lavorare»
Camera commercio di Lecco. Crippa duro con gli aventiniani: «Valassi ha vinto ed è legittimato a governare
Lo definisce un «peccato di omissione». E da come fissa l’immagine si capisce che non considera un peccato veniale la scelta di Confindustria, Confcommercio, Fai e sindacato di stare sull’Aventino del consiglio della Camera di commercio.
«Un peccato di omissione che danneggia le imprese che le associazioni rappresentano. Le imprese dovrebbero ribellarsi a questa situazione».
La sentenza è di Maurizio Crippa, ex direttore dell’Unione industriali e di Cosmetica Italia (la verticale di Confindustria che riunisce le imprese della cosmesi, settore che in Italia vale 9,3 miliardi di fatturato annuo). Un uomo Confindustria, un manager (da giugno in pensione) con una profonda cultura istituzionale.
Aggiungiamo che negli anni su diversi progetti Crippa e Vico Valassi si sono seduti allo stesso tavolo. Erano i tempi in cui il sistema Lecco viaggiava con il vento in poppa. Ma non è il caso di soffermarsi sui tempi andati. Se li ricordiamo è perché ci immaginiamo la pioggia di osservazioni malevole: Crippa parla di “peccato di omissione” perché è vicino a Valassi al quale lo unisce un comune sentire.
È così? «No, qui si sta discutendo di un’istituzione, bisogna cercare di guardare le cose dall’alto e non ridursi a considerare il contrasto in Camera di commercio come una polemica che oppone due persone. Le imprese - sottolinea Maurizio Crippa - hanno il diritto di essere rappresentate in Camera di commercio, alla quale versano un contributo obbligatorio, e di veder portata avanti l’attività e i progetti. Non si può bloccare la gestione di un ente pubblico perché il presidente non è gradito. Ma stiamo scherzando? Cosa facciamo? Questo sì, questo no. È così che si fa in democrazia? - si infervora Crippa - Valassi è stato eletto dalla maggioranza dei consiglieri ed è legittimato a guidare l’ente. Chi ha perso le elezioni se ne faccia una ragione e partecipi alle sedute del consiglio portando idee e progetti, che possono essere alternativi, diversi, migliori a quelli della maggioranza. In consiglio si discute, si litiga, ci si confronta. Poi si decide a maggioranza. È così che si fa opposizione. È così che si lavora in democrazia. Serve impegno, lavoro, fatica, è il confronto democratico che qualifica una classe dirigente».
E meno male che quando abbiamo alzato il telefono per raccogliere un parere da Maurizio Crippa sulla vicenda camerale ci aspettavamo un cortese diniego, un facile svicolare su frasi fatte o supercazzole alla Amici miei. E, invece, Crippa si “accende”, si capisce che il tema lo appassiona, d’altra parte si parla dei meccanismi della democrazia, del funzionamento delle istituzioni, delle logiche non sempre chiare del potere e della lotta per conquistarlo.
Sollecitiamo ancora Crippa: lo schieramento che sostiene Maggi, accusa Valassi di non aver saputo costruire una successione, di essersi imbullonato alla carica e, in questa fase, di bloccare l’attività della Camera.
In sostanza, Valassi dovrebbe dimettersi. «Non tocca e non toccava a Valassi costruirsi la successione. Semmai, sono le associazioni che devono saper proporre personalità in grado di scalzarlo. Il potere è questo: dimostrarsi più capace, costruire un progetto e attorno a questo raccogliere il consenso. Valassi ha fatto sempre questo. La presidenza camerale non gli viene data per concessione divina, i voti li ha presi, le elezioni le ha vinte. Simpatico o antipatico, Valassi con gli strumenti della democrazia è sempre riuscito a farsi rieleggere. È andata così anche in quest’ultima tornata, la maggioranza vince, la minoranza va all’opposizione e cerca di essere un pungolo per migliorare l’azione di governo e per proporsi alla prossima tornata. Valassi ancora una volta è stato eletto, e quindi è legittimato a guidare la Camera di commercio. A proposito del ruolo delle opposizioni - continua Crippa - negli ultimi cinque anni di mandato di Valassi, chi oggi lo contesta ha sempre votato con lui in giunta e in consiglio camerale. Il programma di interventi dei prossimi anni è stato votato all’unanimità con quasi un applauso per Valassi. Se c’era qualche progetto o qualche proposta migliore - conclude - era il caso di esplicitarla in quella sede. E su questi temi fare la battaglia. È la democrazia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA