Cronaca / Lecco città
Venerdì 04 Marzo 2016
«Si lavora ma senza continuità
L’edilizia? È ancora ferma»
Confartigianato: «Solo le esportazioni permettono alle imprese di restare sul mercato». La Cdo: «Si fatica il doppio per fisco e burocrazia»
«Tutti i dati economici indicano che le esportazioni sono la chiave che sta permettendo alle imprese di restare sul mercato. L’altro lato della medaglia sta in un mercato interno che mostra scarsi miglioramenti, segno di un Paese che non ritrova fiducia».
Il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva, come diversi imprenditori locali legge con prudenza gli ultimi dati su un Pil 2015 cresciuto dello 0,8% e anche se una recente indagine dell’associazione indica l’artigianato lecchese al primo posto lombardo e al sesto nazionale (su 100 province) per creazione di valore aggiunto (pari a 1.950 euro per abitante della Provincia) riferisce che «nel quotidiano le nostre imprese stanno lavorando ancora con quell’imprinting dato dalla crisi, con ordini improvvisi, da evadere nel breve periodo e senza programmazione». E’ questa ora, ci dice, la nuova normalità. «Le imprese – aggiunge Riva – ci dicono che stanno lavorando, ma senza la continuità che, visti i dati più positivi del 2015, ora ci aspetteremmo. Va, in definitiva, un po’ meglio, ma non siamo fuori dal periodo terribile segnato per anni dalla crisi. La realtà – conclude Riva - è che per le nostre aziende manifatturiere, con un importante indotto legato alla casa, la vera ripresa ci sarà con la ripartenza dell’edilizia».
Ripartenza che a Lecco, ci spiegano i costruttori edili in Ance, ancora non si vede e che a livello nazionale sta dando qualche segnale positivo, anche se per il settore i tempi dei grandi guadagni sembrano finiti.
Dalla Cdo, che associa aziende di ogni dimensione e categoria, il direttore Marco Molinari ci dice che «in questo inizio di 2016 le nostre aziende stanno lavorando ma con un passo pesantemente frenato da una gran quantità di obblighi burocratici e fiscali. In pratica, per guadagnare quanto guadagnavano prima della crisi lavorano il doppio e la fase preliminare alle commesse è faticosissima e si perde fra mille preventivi e trattative».
E se l’estero è un’opportunità, si affacciano nuove preoccupazioni, segnalate a Lecco anche dalla Fim-Cisl, per le imprese impegnate nel settore energetico del petrolio e del gas. E certo preoccupano le conseguenze sull’economia generale di quanto nel settore sta accadendo negli Stati Uniti, dove in febbraio nel settore energetico ci sono stati 25mila licenziamenti e altri 16mila hanno riguardato i lavoratori del settore tecnologico.
«Abbiamo fra le nostre iscritte alcune aziende del petrolchimico – afferma Molinari – che stanno iniziando a segnalarci difficoltà a causa del calo del prezzo del petrolio che frena gli investimenti. Le stiamo affiancando nel valutare le nuove opportunità dell’Iran – aggiunge -, un Paese in cui tuttavia bisogna andarci forti di una notevole preparazione. La stessa cosa vale per nostre aziende dell’impiantistica impegnate in Arabia Saudita o nel Golfo Arabo, mercati in cui è difficile entrare, stabilire rapporti societari, affrontare estenuanti iter burocratici. Certo – aggiunge – le aziende più strutturate ce la fanno a fronte di tanta fatica. E’ anche questa – conclude Molinari – una conseguenza della crisi dell’edilizia che ha colpito l’economia italiana e in particolare Lecco, dove nel settore tutto è fermo».
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