Si comincia a fumare già a 12 anni, l’allarme dell’oncologa. «Pericolose anche le sigarette elettroniche»

Bambini che a dodici anni cominciano a fumare. Non nelle foreste amazzoniche dove i “cartelli” sfruttano i bambini per lavorare nelle piantagioni di oppio e poi fanno masticare loro foglie di coca. Stiamo parlando della ricca provincia di Lecco. Nessun disagio, non evidente almeno, ma tante storie che parlano di un rapporto assente o molto difficile tra famiglia e ragazzi e i prodromi del tabagismo, ma anche dell’alcolismo, sullo sfondo.

Silvia Villa, oncologa in pensione dal 2019, è, però, sempre al lavoro. E il suo lavoro è prevenire. Fare in modo che i ragazzi non si avvicinino a sostanze come la nicotina o l’alcol. Presidentessa della Lilt della provincia dal 2004, Silvia Villa è sconsolata: “Abbiamo fatto tante campagne contro il fumo, ma fino a oggi non abbiamo visto i risultati sperati. O meglio: i numeri che presenteremo il 29 maggio sicuramente scenderanno. I ragazzi che iniziano a fumare presto saranno un po’ meno, ma siamo ancora fermi al discorso Sirchia”. La legge n. 3 (art. 51), “Tutela della salute dei non fumatori” (legge Sirchia), aveva esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi. Ecco questa è la frontiera mai valicata del divieto di fumo.

“Invece rimangono inapplicate tutte le altre leggi che già ci sono. Guardiamo con favore alla proposta di livello europeo di alzare il prezzo delle sigarette in modo spropositato in modo che i ragazzi non abbiano i soldi per comprarle. O al divieto di fumo se non a dieci metri e fuori da parchi pubblici e luoghi di aggregazione. Sono leggi che ci sono già, ma non vengono rispettate. Dal 2017 non si potrebbe fumare nei parchi dove ci sono i bambini, ma nessuno controlla questo tipo di discorso. Non si può fumare fuori dalle scuole e fuori dagli ospedali, anche. Ma conosco una serie di colleghi che fumano fuori dagli ospedali”.

Silvia Villa invita ad andare davanti al Mandic di Merate dove c’è il cartello “vietato fumare” e sotto un bel posacenere. Come, pure, fuori dalla Hall del Manzoni: “Fuori dai nostri ospedali ci sono i posacenere. Incredibile ma vero. Ho una foto emblematica: due-tre infermieri e un medico presi di spalle davanti a questo posacenere, a Merate. E a Lecco è la stessa cosa: certo, le persone che fumano fuori dalla Hall è difficile dire loro di non farlo in pausa, ma medici e infermieri almeno…”.

Ma torniamo ai ragazzini. Il Covid è stato decisivo: “Si è rimasti in casa, c’è stata meno attività e c’è stato un aumento di chi ha iniziato a fumare prestissimo. Quello che spaventa è l’età: da noi iniziano in seconda media, a 12 anni, a provare. Siamo a un trenta per cento del totale dei giovani fumatori. E il 2 per cento di loro continua poi a fumare, mentre per gli altri è solo una prova. E c’è molto poco dialogo in famiglia e nella scuola. Parliamo di dati del 2022…”.

E tutte quelle sigarette elettroniche, quelle ai vari “gusti”, insomma, tutti “trucchi” per ingannare i ragazzi: “I danni sono esattamente gli stessi – taglia corto Silvia Villa -. Anzi, ci sono i tumori al polmone da fumo passivo anche con le sigarette elettroniche. Il 10 per cento dei tumori ai non fumatori che vivono con i fumatori di sigarette elettroniche, è causato dal fumo passivo. E gli stessi dati si stanno rivelando anche in altri paesi. La legge europea prevede che non si debba fumare neanche all’aperto. Se c’è gente intorno, in luoghi pubblici intendo. Da noi è già proibito, come detto, in tanti posti. Soprattutto in presenza di bambini. E l’altra legge che non viene mai applicata è il non sporcare l’ambiente con i mozziconi. Le multe sarebbero molto alte e i Comuni avrebbero delle entrate, ma non le applicano. Davanti alla nostra sede in piazza Vittorio Veneto 1 a Merate, i ragazzi si trovano tutti qua per chiacchierare la sera. La mattina troviamo distese di bottiglie e sigarette. Alcol e fumo insieme, aumentano di molto il rischio di ammalarsi. Ma c’è solo una strategia che sembra funzionare”. Qual è è presto detto: “La peer education, l’educazione con i pari età. I più grandi che insegnano ai più piccoli. I nostri discorsi da “boomer” non vengono recepiti. Sono i giovani che devono insegnare ai più giovani a non fumare”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA