Si avvicina il traguardo
di un vaccinato su due
La campagna va veloce
Sondrio seconda con oltre 73mila dosi Con più del 47% l’immunità di gregge si avvicina
La provincia di Sondrio si avvicina sempre più a quota metà popolazione target vaccinata, e ora è seconda in Lombardia per la copertura relativa alla prima dose dell’anti-Covid. Si procede a passo spedito verso l’immunizzazione di gregge, e anche i dati cristallizzati a ieri mattina sono rassicuranti.
L’appello
All’alba di sabato, infatti, risultava che 72.370 persone avevano ricevuto la somministrazione della prima dose di vaccino, oltre il 47% dei 154.874 cittadini che fanno parte della cosiddetta popolazione target. Un dato ragguardevole, soprattutto se paragonato con quelli forniti dalle altre province lombarde.
Meglio di Sondrio, infatti, fa solo Lecco, che ha già vaccinato, almeno con prima dose, ben il 49,22% della popolazione, l’area ormai più vicina a sfondare quota 50%. Sondrio ha ormai superato Cremona, partita ingranando la quarta ma che ha leggermente rallentato, e ora è terza in classifica con il 46,86% di copertura.
In Valtellina e Valchiavenna, infine, sono 36.597 le persone vaccinate a tutti gli effetti, coloro che, insomma, hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino.
E la sensazione che la campagna vaccinale proceda in modo spedito sul nostro territorio arriva anche dalle recenti prenotazioni degli under 40: chi si è iscritto subito, mercoledì sera, non appena la piattaforma di Poste italiane lo permetteva, ha ottenuto un appuntamento a distanza di pochi giorni, tendenzialmente già a partire dalla fine della settimana entrante.
Intanto, però, Guido Bertolaso, consulente del piano vaccini della Regione Lombardia, vuole lanciare un monito: impensabile voler scegliere il tipo di vaccino.
«Atteggiamento sbagliato»
«Se continuiamo con questa mentalità, che io mi vaccino solo quando posso fare un certo tipo di vaccino, questo Paese non va da nessuna parte – ha affermato nel corso dell’evento Turning Point-Salute Direzione Nord, alla Fondazione Stelline di Milano, in relazione a un servizio andato in onda al Tg1, in cui una donna ha raccontato di aver rifiutato il vaccino AstraZeneca per quattro volte, finché non gli è stata somministrata la tipologia di Pfizer -. Non siamo al mercato dell’automobile o al supermercato dove scegliamo l’auto o la salsa di pomodoro».
«Ci dobbiamo mettere in testa - ha aggiunto -che siamo davanti alla più importante operazione di sanità pubblica del nostro Paese e che è un dovere civico e sociale di tutti gli italiani».
«Capita quel che capita, come dice Mario Draghi che si è fatto AstraZeneca – ha proseguito -. Spieghiamo agli italiani che c’è il trucco per cui se tu vuoi ti prenoti, attivando un servizio pubblico, poi dopo cancelli quando vedi che ti fanno AstraZeneca, poi riprenoti e poi ti ricancelli. Ma che siamo la lotteria di Capodanno? Questo è un atteggiamento completamente sbagliato, questa è la più grossa difficoltà che abbiamo: spiegare agli italiani che i vaccini sono tutti uguali».
Sul fronte delle iniezioni in vacanza, mentre la Francia annuncia l’aumento di dosi nei centri che si trovano in luoghi molto frequentati dai turisti, l’ipotesi sembra tramontare in Italia nonostante alcuni governatori ancora sperino. Ma c’è chi già si proietta in avanti verso la terza dose, per scongiurare il diffondersi dei diversi ceppi del virus.
«A fine giugno la Lombardia avrà pronta quella che abbiamo chiamato Campagna invernale di richiamo secondo procedure, modalità e costi che stiamo già definendo in questo momento. Lo condivideremo con Figliuolo e poi lo presenteremo ai lombardi - spiega Guido Bertolaso, consulente del piano vaccini della Regione - l’iniziativa sarà necessaria viste le numerose varianti».
In tutto il Paese è stata superata la soglia dei 33 milioni di somministrazioni (nell’ultima settimana ad una media di 500 mila al giorno): sono un milione e mezzo gli over 70 che non hanno ancora ricevuto la prima dose. Tra gli over 80 sono invece stati vaccinati con entrambe le dosi l’81,34%, percentuale che scende al 32,30% tra i 70 e i 79 anni.
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