Cronaca / Lecco città
Domenica 18 Febbraio 2018
Semplici e straordinari
Gli eroi dell’ultratrail
L’incontro Bosatelli e Baykova raccontano uno sport che è avventura
Condiviso con il pubblico il rito della preparazione dello zaino da gara
È cominciata con un commosso ricordo dei due alpinisti morti venerdì pomeriggio in Grigna, Ezio Artusi e Giovanni Giarletta, la serata “Semplici & Straordinari”, che ha visto protagonisti due fenomenali atleti: Oliviero Bosatelli e Yulia Baykova.
Auditorium della Camera di Commercio gremito per l’iniziativa organizzata da Cine #sportevent e Runvinata Skyrace, che ha portato sul palco i due campioni del mondo dello skyrace e delle ultra trail, intervistati dal giornalista Gerolamo Fazzini. Con grande generosità Oliviero e Yulia si sono raccontati, confidando al pubblico tante curiosità e condividendo anche qualche momento molto difficile. Oliviero Bosatelli, del Team ERock, bergamasco di Gandino, classe ’69, ha vinto l’edizione 2016 del Tor Des Geants, l’ormai mitica endurance in montagna che compie il periplo della Val d’Aosta per 330 chilometri e 24mila metri di dislivello.
Vigile del fuoco di professione, Oliviero riesce a trovare il giusto equilibrio tra la normale quotidianità e la straordinaria capacità di macinare chilometri su chilometri nelle più dure gare internazionali. È di origine russa ma ormai naturalizzata italiana Yulia Baykova, del Trailrunning Team Vibram, classe ’83 e trionfatrice in svariati ultratrail, fra cui Porte di Pietra, Trail Oasi Zegna e numerosi altri piazzamenti nelle maggiori gare a livello mondiale. Una carriera ad altissimi livelli, che però nel 2015 ha subito uno stop forzato: «Per 16 giorni - racconta Yulia Baykova- sono stata nel limbo tra la vita e la morte. Mi hanno staccato cuore e polmoni ad ho vissuto grazie alle macchine. Ad ogni respiro dovevo lottare per stare in vita, poi, poco alla volta, sono rinata».
L’atleta di origini russe ha, infatti, dovuto fare i conti con una miocardite fulminante che l’ha costretta per parecchio tempo a stare lontana dalla corsa, a cui è riuscita a riavvicinarsi solo gradualmente, grazie tanta tenacia e al nordic walking, disciplina che continua a praticare anche in veste di istruttore.
La corsa in montagna diventa così metafora perfetta della vita, come conferma anche Oliviero Bosatelli, raccontando i suoi esordi in questo mondo: «Desideravo partecipare alla Orobie Ultra Trail, ma per iscriversi era necessario avere nel curriculum già una gara da 100 chilometri. Così ho partecipato alla 100 Porte di Pietra ottenendo un buon piazzamento che mi ha aperto la strada per le Orobie, dove, quasi incredulo, sono arrivato secondo».
Qual è segreto di questo successo? Innanzitutto, come hanno spiegato i due atleti dal palco, ore e ore di allenamento, la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità insieme al rispetto per i propri limiti. E infine l’ultimo segreto che Oliviero e Yulia hanno voluto condividere con il pubblico, regalando un divertente siparietto, ossia la preparazione dello zaino di gara. Un rito quasi sacro che suggella con pochi ed essenziali oggetti la passione, semplice e straordinaria, che lega l’uomo alla montagna.
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