Scuole lecchesi prime in Italia. Il segreto?
«Ottimi docenti e studenti molto motivati»

I risultati dei test Invalsi dell’anno scolastico 2023/24 evidenziano come gli studenti di quinta superiore siano stati i migliori a livello nazionale in matematica e in italiano: poco più del 20% degli alunni non ha le giuste competenze, contro una media nazionale che si attesta al 40% e oltre

Le scuole lecchesi sono eccellenti. Lo dicono i risultati dei test Invalsi dell’anno scolastico 2023/24, con gli studenti di quinta superiore che sono stati i migliori a livello nazionale in matematica sia in italiano. Solo il 22,2% non ha le giuste competenze in italiano, la percentuale è comunque in calo rispetto agli anni passati a dimostrazione di come ci sia un generale miglioramento pari al 5,5% rispetto all’anno scolastico 2020/21. In matematica invece è solo il 20% ad avere lacune. Ma sono cifre davvero ridotte, con una media nazionale che si attesta al 40% e oltre. «Nelle nostre scuole si lavora parecchio per far si che tutti gli studenti possano avere una buona preparazione, e già alle primarie e alle medie c’è un’attenzione molto alta», assicura Maria Luisa Montagna, preside del liceo classico e linguistico Manzoni e reggente all’istituto Fiocchi. «Abbiamo docenti motivati e gli alunni sono stimolati a dare il meglio, un approccio che permette di ottenere buoni risultati, e questo poi permette di fare al meglio prove come gli Invalsi», prosegue la preside Montagna. La confinante provincia di Sondrio ha ottimi risultati migliori, a livello generale, a livello nazionale in italiano e in matematica.

«La scuola lecchese così come quella sondriese è sana - rimarca Claudio Lafranconi, già dirigente del Fiocchi e reggente dello scientifico G.B. Grassi -, recentemente ho fatto parte di una commissione d’esame al concorso per docenti e ho trovato un’ottima preparazione dei nostri insegnanti, migliore di quella di altre province lombarde. Da noi la scuola è ancora considerata importante e c’è un indotto che la sostiene». Ma non solo: «Gli studenti portano avanti esperienze di diverso tipo e mettono in pratica ciò che apprendono con la teoria - aggiunge Lafranconi -, il tutto grazie anche alla collaborazione con le aziende che permettono di fare esperienza diretta».

La fotografia dei test Invalsi 2023/24 sui divari negli apprendimenti degli studenti restituisce l’immagine di un’Italia spaccata in due. Con il centro nord che sta per colmare o ha colmato il solco scavato dall’emergenza sanitaria e il sud, isole comprese, che invece continua ad arrancare. «Nonostante tutti i problemi che la scuola ha, nel lecchese la qualità è buona - assicura Giovanni Rossi, già preside del liceo Manzoni e ancora impegnato in varie attività come quelle di orientamento scolastico -. Da noi, ma anche a Sondrio, si investe molto nella scuola e si va oltre quello che prevede l’ordinamento, ci sono attività pomeridiane, sport e recuperi. Mi è capitato di andare in altre regioni e di voler visitare delle scuole così per avere un confronto diretto, e alle 13.30 era già tutto chiuso, mentre da noi c’è molto anche fuori orario scolastico. I nostri docenti tengono alla scuola e la vivono con impegno, poi i risultati si vedono».

Riassumendo nel lecchese il 29,5% degli alunni che a giugno ha affrontato l’esame di terza media ha competenze ancora inadeguate in italiano, con errato utilizzo dei tempi verbali e delle costruzioni della frase, oltre che di apprendimento dei testi scritti. In quinta superiore invece è il 22,2% degli studenti a non avere le giuste competenze in italiano. In matematica il 26,8% degli allievi di terza media ha delle lacune, e il 20% in quinta superiore, con un trend in miglioramento rispetto agli anni subito dopo il Covid. Valori molto ridotti rispetto al resto d’Italia.

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