
Cronaca / Lecco città
Giovedì 20 Febbraio 2025
Salvata in Germania: «Mi sono risvegliata grazie alle carezze»
La testimonianza Gabriella Corti, parrucchiera di Lecco, tra le prime contagiate Salita in coma sull’aereo militare e risvegliata a Kirchen
Lecco
«Il mio primo ricordo al risveglio? Le pareti tappezzate con le immagini della mia famiglia, tante foto e tanti biglietti affettuosi. E poi le carezze sul viso delle infermiere che sorridevano dietro le mascherine. Le loro premure, la loro infinita pazienza. Ecco è stata la loro umanità a riportarmi in vita, anche se la lingua ci separava e io tra l’altro ero ancora intubata non potevo parlare, l’umanità dei loro gesti e delle loro premure è stata un linguaggio universale».
Il trauma della lontanza
Il risveglio di Gabriella Corti, storica e amatissima parrucchiera di Rancio dopo venti giorni di coma, è stato il 24 aprile 2020 nell’ospedale di Kirchen in Germania, a più di 500 chilometri di distanza da casa.
La sua tra tutte le vicende strazianti legate al Covid è stata una delle più drammatiche ma anche a lieto fine, tanto che per elogiare e ringraziare la Germania per aver accolto i nostri pazienti più gravi e omaggiare gli stessi pazienti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto incontrarla insieme a una altra decina di sopravvissuti.Dalla Lombardia partirono in quattro, due da Lecco e due da Bergamo. Sono tornati in due.
«Ai primi di marzo sono andata in ospedale per fare gli esami per un pre ricovero - spiega Gabriella - . Sono tornata a casa e dopo pochi giorni ho iniziato ad avere la febbre altissima, poi la saturazione sempre più bassa, fino a 56. E a quel punto sono stata portata in ospedale anche se ancora non avevo idea che fosse Covid» Ci è voluto poco poi per scoprirlo: le condizioni sempre più gravi, la posizione a pancia in giù, il casco «sono stata la prima a metterlo, non sapevano come fare». Poi la situazione è precipitata, la tracheotomia e la terapia intensiva «ricordo le ultime parole del dottor Paolo Maniglia che mi disse: «Gabriella farò di tutto per salvarla» e poi il coma.
E in effetti mettendola sull’aereo per Kirchen il 4 aprile 2020 l’ha salvata
«In Germania al mio risveglio, non avendo assolutamente idea di dove mi trovassi e di che cosa mi fosse successo, hanno fatto di tutto per farmi sentire a casa: la cuoca italiana dell’ospedale veniva a trovarmi due volte al giorno, alla mattina mi portava il caffè. Siamo ancora in contatto. Le infermiere andavano a comprare il gelato italiano per bagnarmi le labbra screpolate, mi hanno portato un cd con le canzoni di Modugno e un giorno al ritorno da un esame, sulla barella, mi hanno portato sul tetto dell’ospedale per farmi vedere il cielo azzurro e le montagne. Sapevano che quel panorama mi avrebbe fatto bene al cuore».
Costantemente in contatto con la famiglia, i sanitari hanno mantenuto alto l’umore di una pazienze che mostrava con le cicatrici sul volto per il lungo periodo di coma, nelle piaghe di decubito sulla schiena oltre alla costante carenza di ossigeno, le conseguenze di quella terribile malattia. E non era ancora finita.
«Purtroppo da li a poco ho iniziato ad avere dolori fortissimi all’occhio sinistro e alla testa, vedevo dei lampi - racconta - al momento non mi hanno curata ma quando sono arrivata a Villa Beretta, il 29 maggio, la situazione è precipitata.»
Le conseguenze
L’ultima conseguenza della terapia intensiva è stata un’infezione, una micosi che ha rischiato di espandersi oltre che all’altro occhio anche al cuore. Così il sinistro è stato rimosso. La bombola di ossigeno invece è stata abbandonata l’anno scorso.
«Io sono credente e non ho mai avuto paura di morire, so che sono stata miracolata- conclude - oggi sto bene ma so anche che senza la cura dei medici, del personale tutto di Lecco e della Germania non ce l’avrei mai fatta. Credo che ormai ci siamo dimenticati di che bene prezioso siano, speravo davvero che il Covid ci facesse diventare migliori, più buoni, più rispettosi uno dell’altro, più sensibili. Oggi però a distanza di cinque anni, temo che da questa terribile lezione non si sia imparato nulla. Ed è la cosa che mi rattrista di più»
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