Rissa in centro, i commercianti scrivono al Prefetto: «Servono più controlli»

«Stiamo lavorando ad una lettera da mandare al Prefetto». Alessio in via Cavour ci vive e ci lavora da quindici anni. Il suo locale è un punto di riferimento per tutti gli amanti della pizza. Le sue parole danno forma all’insicurezza e all’esasperazione evidenti tra i commercianti del centro cittadino.

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«Intendiamo chiedere alle autorità di intervenire. – spiega il ristoratore – Servono più controlli soprattutto la sera. Ora non c’è in giro nessuna volante delle Forze dell’Ordine e il centro dopo le 19 è sostanzialmente invivibile. Eppure, i punti di ritrovo di questi gruppi sono noti a tutti. Basterebbero una macchina fissa in piazza della Stazione e un’altra in piazza Garibaldi».

È tra questi due estremi, secondo Alessio, che si muovono i violenti. Under 20, per lo più stranieri, girano in gruppo con la musica altissima e le bottiglie di whisky nei pantaloni. Danno calci alle auto, urlano, minacciano. «Si sentono padroni del mondo. – prosegue il commerciante – Girano a tutte le ore facendo avanti e indietro tra piazza Affari, piazza Garibaldi e la stazione. La sera dei colpi di pistola li ho visti scendere. Sono arrivati in piazza Garibaldi, hanno sparato in aria. Poi si sono fermati davanti al teatro della Società. Le Forze dell’Ordine ne hanno identificati tre o quattro ma erano in venti. Evidentemente la legge non gli permette di fare di più».

Di certo, qualcosa bisogna pur fare di fronte ad una situazione ormai insostenibile. «Io sarei anche pronto a pagarmi dei vigilantes privati – conclude il pizzaiolo – ma c’è una cosa che non capisco: se le Forze dell’Ordine sanno quali sono i punti di ritrovo di questi violenti, molti dei quali probabilmente spacciano anche, perché non si possono fare dei controlli o introdurre dei presidi? Ci sentiamo insicuri».

A poca distanza, Roberto sta servendo un gelato a due turisti stranieri. «Venerdì sera – racconta – alcuni di questi ragazzi hanno preso un gelato. Uno di loro si è rifiutato di pagare, mi ha minacciato e mi ha invitato a chiamare i Carabinieri. La settimana prima si sono messi a litigare qui davanti. Sono qui da trent’anni ma negli ultimi due la situazione è peggiorata. È pieno di ragazzi, soprattutto stranieri, molto maleducati. Non c’è la sicurezza».

La richiesta alle autorità è chiara. «Nella lettera che manderemo al Prefetto – conclude Roberto – chiederemo più controlli. Queste persone hanno troppa libertà di fare quello che vogliono senza che nessuno gli dica niente».

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