Rischio radon, trasloco forzato per i dipendenti dell’amministrazione provinciale di Lecco

La Provincia di Lecco è costretta ad abbandonare temporaneamente la storica sede di villa Locatelli, posta in piazza della stazione a Lecco. Alcuni test rapidi svolti dopo la fine dei recenti lavori di ristrutturazione avrebbero evidenziato la presenza nell’aria di un’alta concentrazione di radon. Si tratta di un gas naturale radioattivo, nonché di un agente cancerogeno, che proviene dal decadimento di uranio e radio. Se presente in grande concentrazione, può comportare pericoli per la salute.

È quindi necessario eseguire dei test approfonditi che dureranno circa sei mesi. In questa fase, tutto il personale della Provincia attivo a villa Locatelli, nel complesso una ventina di persone, è stato trasferito ai piani cinque e sei del palazzo di corso Matteotti, dove hanno sede tanti altri servizi dell’ente. Il trasloco si rende necessario poiché le indagini devono essere eseguite obbligatoriamente senza la presenza del personale soprattutto in questo periodo in cui gli impianti di riscaldamento potrebbero facilitare la diffusione del gas.

«Si tratta di una misura precauzionale indispensabile per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti. In base all’esito delle analisi si avvieranno le eventuali bonifiche necessarie», commenta la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann. In particolare, il trasloco degli uffici presenti nella villa è stato già completato mentre martedì prossimo sarà spostato il personale che opera nei locali dell’edificio che affaccia su piazza della stazione, quello dove si trova anche la sala del consiglio provinciale. Rimane invece al suo posto l’ufficio scolastico provinciale, ospitato al piano più alto del medesimo edificio, dove non ci sono rischi.

Oltre che per sviluppare eventuali bonifiche, i risultati delle analisi sono fondamentali anche per valutare il grado di agibilità della villa. Secondo quanto filtra dagli ambienti dell’ente, in teoria d’estate il rischio sarebbe basso mentre d’inverno si potrebbero utilizzare in sicurezza i locali areando ogni due o tre ore, a patto che le indagini non rilevino una concentrazione di gas radon troppo elevata. Per quanto riguarda la causa, l’ipotesi più probabile, secondo quanto è stato possibile apprendere, è che l’intervento di ristrutturazione abbia smosso il gas radon accumolatosi nel terreno, in particolare sulla parte destra, quando la villa era usata come dispensario dell’ospedale. Già nel 2013 era stata rilevata una concentrazione di gas radon potenzialmente dannosa per la salute in un locale del piano terra, poi bonificato.

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