Ricette sul telefono. «Il sistema non va»

Prima si chiamavano ricette elettroniche, poi dematerializzate. Sostituivano il cartaceo a partire dal periodo pandemico, ovvero da quando andare dal medico non era consigliabile, se solo per ritirare la ricetta “rossa”. Ora il salto di qualità. Le ricette arriveranno solo online, a partire dal 2025, anche tramite Whatsapp oltre che in posta elettronica o via Sms. Ma i medici di famiglia non ci stanno: «Il sistema informatico spesso è in tilt».

La manovra

La manovra in fase di approvazione prevede che dal 2025 tutte le ricette dovranno essere in formato elettronico, basta carta. La misura è pensata dal governo per “monitorare l’appropriatezza prescrittiva”, quindi evitare il ricorso ad esami e visite doppie e poco utili. La ricetta online, via Sms e via mail, in Lombardia è già quasi per tutte le richieste una realtà, salvo che per alcuni farmaci ed alcune prestazioni come i ricoveri. È piuttosto l’uso di Whatsapp per spedire le impegnative a sollevare qualche interrogativo tra i medici di famiglia. Camici bianchi che però denunciano un problema più grosso a monte: anche ieri mattina il sistema informatico era fuori uso.

Anche Pierfranco Ravizza, presidente dell’ordine dei medici provinciale non è contrario alla nuova misura ma sottolinea come i sistemi non sempre funzionino. «Spesso abbiamo problemi informatici. Non ci si riesce a collegare con il sistema che fa capo alle tessere sanitarie regionali. Insomma, prima di estendere questa possibilità forse si dovrebbe pensare a rendere efficiente tutto il sistema. Altrimenti siamo sempre lì: bella l’idea, ma la realizzazione pratica lascia molto a desiderare».

E trovare medici di medicina generale molto meno pacati del presidente Ravizza non è affatto difficile. Sono tutti arrabbiati neri. Non solo Regione Lombardia, dei quali gli Mmg sono dei “collaboratori” (ovvero non sono assunti ma hanno un contratto di incarico libero professionale), li costringe a fare molte volte i passacarte, ma oltre al danno c’è la beffa: burocrazia spaventosa e sistemi informatici che fanno le bizze ogni due per tre.

I problemi

Francesca Brusa, medico di base, responsabile dell’aggregazione funzionale territoriale di Olginate e Calolziocorte scuote il capo sconsolata: «Il Siss (sistema informativo socio sanitario, N.d.R.),è pazzesco: hanno fatto le manutenzioni di domenica e il lunedì non funzionava niente. È il motivo per cui i nostri sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. Il Siss, in altri giorni, va un po’ a spizzichi e bocconi e chi arriva in ambulatorio, si ritrova senza la ricetta. Devono tornare e naturalmente i pazienti si arrabbiano con noi. Siamo spesso costretti a stampare le ricette rosse come una volta facendo però tornare il paziente».

A pagare, però, per i disservizi informatici sono loro, i medici di base, che ci mettono la faccia. E sono oggetto anche di attacchi mediatici. Tanto che la Simg sindacato italiano medici di medicina generale, ha proposto a tutti gli associati un flash mob particolare, ovvero appendere un cartello fuori dall’ambulatorio dal titolo “E se domani il tuo medico di famiglia non esistesse più?” e fotografarsi con quello alle spalle. «Detto fatto, anche da noi ha avuto successo quest’iniziativa», conclude Brusa.

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