Regione Lombardia approva due progetti di legge contro le baby gang

Zamperini, Fratelli d’Italia: «Non tollereremo chi sceglie la strada della criminalità». Fragomeli, Pd: «Provvedimento inefficace, approvato senza un vero confronto istituzionale»

Lecco

Due nuovi progetti di legge sono stati approvati dal Consiglio Regionale della Lombardia con l’obiettivo di contrastare bullismo, cyberbullismo, criminalità giovanile e disagio tra gli adolescenti. La decisione arriva a pochi giorni da un grave episodio avvenuto in pieno centro a Lecco, dove un gruppo di ragazzini ha minacciato con un coltello tre dodicenni per estorcere pochi euro.

Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza urbana e ha trovato terreno fertile durante la discussione delle due proposte legislative, tra cui anche un piano di “educativa di strada” per intercettare situazioni di disagio nei luoghi di ritrovo giovanile.

Tra i principali sostenitori del provvedimento, il consigliere Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), che ha parlato di “piaga crescente” e ha puntato il dito contro quella che definisce «la spocchia di bande criminali, spesso di origine straniera». «Non tollereremo chi sceglie la strada della criminalità – ha dichiarato – e per chi infrange la legge, anche se giovane, serve la galera. A Lecco, ormai, la sicurezza è messa sotto scacco anche in pieno giorno».

Dati alla mano, nel 2023 a Lecco si sono registrati 49 rapine, 87 furti in abitazione, 91 furti in esercizi commerciali e 80 furti su auto in sosta. Numeri che, secondo Zamperini, dimostrano la necessità di interventi urgenti: «Con questa legge vogliamo dare risposte vere ai cittadini, non chiudere gli occhi come fanno in alcune città governate dal centrosinistra».

Di tutt’altro parere il consigliere del Partito Democratico, Gian Mario Fragomeli, che boccia l’iniziativa come «un provvedimento inefficace, approvato senza un vero confronto istituzionale». Fragomeli sottolinea la mancanza di una definizione chiara del termine “baby gang” all’interno del testo e denuncia il mancato coinvolgimento dei sindaci e degli enti locali: «Si è scelta la strada della propaganda, proprio a tre giorni dal voto sul DDL sicurezza».

Il consigliere lecchese ricorda inoltre che esiste già una legge regionale sulla sicurezza urbana, approvata nel 2015 ma mai applicata: «Se si fosse voluto davvero affrontare il problema, si sarebbe cominciato da lì. Invece, si stanziano solo 4 milioni e mezzo all’anno per la sicurezza in tutta la Lombardia, pari a 40 centesimi a testa. Questo non è governare, è fare scena».

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