Raim non può stare in aula

“Motivi di sicurezza”

Lo ha stabilito il gup di Milano Alessandra Simion respingendo l’istanza degli avvocati del campione di kikboxing arrestato con la moglie per terrorismo: il processo si terrà l’1 febbraio

Abderrahim Moutaharrik, detto Raim, il campione di kickboxing di Lecco arrestato lo scorso aprile dalla Digos, assieme ad altre tre persone, per terrorismo internazionale per presunti legami con l’Isis, non potrà essere in aula per il processo con rito abbreviato, così come gli altri due imputati che lo avevano chiesto, ma potrà seguire l’udienza solo in videoconferenza dal carcere per “gravi ragioni di sicurezza” e “ordine pubblico”.

Lo ha stabilito il gup di Milano Alessandra Simion respingendo l’istanza, depositata dai suoi difensori, gli avvocati Sandro Clementi e Vittorio Platì, che lamentavano la violazione del diritto di difesa. Per il giudice, come si legge nell’ordinanza, Moutaharrik gli altri due imputati che si erano associati alla richiesta, sua moglie Salma Bencharki e l’altra marocchina Wafa Koraichi, sono “persone presumibilmente appartenenti ad organizzazione terroristica denominata Isis”.

Questa, per l’avvocato Clementi, è “una grave anticipazione di giudizio”. Il processo è in calendario per l’1 febbraio 2017.

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