«Quella sera hanno convinto Jenny a uscire. È scritto nelle chat»

«Quella notte l’hanno convinta a uscire. Ci sono le chat che lo dimostrano. Per questo, tramite il mio avvocato Marcello Perillo, ho presentato querela per sottrazione di minore nei confronti dei due ragazzi che erano con mia figlia al momento dello schianto». Graziella Danca non trattiene le lacrime mentre racconta gli attimi terribili della tragedia che le ha strappato la sua bimba di 13 anni. Jennifer Alcani, morta dopo sei giorni di agonia per le gravi ferite riportate nello schianto accaduto all’alba del 10 gennaio ad Abbadia Lariana.

L’adolescente si sarebbe allontanata dall’abitazione del rione lecchese di Belledo all’una di notte, senza dire nulla alla donna. «Faccio l’operaia in una ditta di Albavilla- racconta-. Mi hanno accusata di non badare a mia figlia. Non è vero. Mi alzo tutte le mattina alle sette, rientro la sera alla 19. E così ho fatto anche quel giorno. Ho svegliato Jenny, l’ho accompagnata a scuola. La sera al rientro siamo andati a mangiare da McDonald. L’ultimo ricordo è lei che gioca con la play station in camera da letto. Un bacio, la buonanotte, non l’ho più vista. Alla mattina alle 7.18 la telefonata del Pronto Soccorso: sua figlia è in ospedale. Sono corsa nella sua stanza, non ci credevo, ma lei non c’era. MI è crollato il mondo addosso».

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Sul telefono dell’adolescente la chat con gli amici di 22 e 19 anni, il primo alla guida, il secondo, proprietario della Bmw serie 1, sul lato passeggero, che l’avrebbero convinta a seguirli quella notte, con la scusa di restituirle delle scarpe, per un giro nei locali fino allo schianto alle cinque del mattino mentre la stavano riportando a casa. C’è un altro video, oltre a quello pubblicato sui social e poi cancellato dal 19enne. A girarlo Jennifer pochi minuti prima dello schianto. Si riprende mentre è seduta sul sedile posteriore dell’auto, sorride, canta, non indossa la cintura di sicurezza.

«Aveva premura di crescere- dice la mamma-. Non aveva segreti con me. Conoscevo i suoi amici, anche Massimo e Michele, che ho visto l’ultima volta all’alba del 10 gennaio al Pronto Soccorso di Lecco. Jenny spesso dormiva con me nel lettone, faceva la grande, ma era una bimba. Se penso a lei sorrido. Perché era così, gioia, entusiasmo, felicità. E ora me l’hanno portata via. Chiedo giustizia», sussurra tra le lacrime. Così lo zio della ragazzina Elis Alcani. «Abbiamo presentato querela per sottrazione di minore nei confronti dei due ragazzi- spiega commosso - e sporto denuncia anche contro il guidatore dell’auto. Chiediamo che vengano fatti tutti gli accertamenti necessari. Perché non è ancora stata ritirata la patente a Massimo? Erano ubriachi? Possibile che gli esiti degli esami tossicologici non siano ancora arrivati. Perché loro sono ancora liberi e Jenny non c’è più? Ci devono dire cosa è successo quella maledetta sera e chi ha sbagliato deve pagare».

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