Cronaca / Lecco città
Mercoledì 14 Ottobre 2015
Quarto furto alla media don Ticozzi
I ladri rubano il computer del dirigente
Il primo colpo all’inizio di settembre, l’ultimo nel week end: bottino magro. «Non abbiamo nessun sospetto e non capiamo come mai questo interesse per la nostra scuola»
Quarto furto nel giro di poco più di un mese. Non c’è pace alla scuola media don Ticozzi di via Mentana a San Giovanni.
I soliti ignoti, nelle scorse notti, non è chiaro se tra sabato e domenica o tra domenica e lunedì considerato che la scuola era chiusa, sono entrati, da una porta sul retro, nascosta a chi transita in zona, e hanno rubato il computer in uso al dirigente Angelo Falcone.
Giunti al quarto furto in poche settimane, alla media don Ticozzi ormai sono convinti di essere nel mirino dei malviventi.
«Siamo al quarto colpo da inizio settembre a questi giorni – dice il preside Angelo Falcone -. Non abbiamo nessun sospetto e allo stesso tempo non capiamo come mai ci sia questo interesse per la nostra scuola, forse i ladri ogni volta si aspettano di trovare qualcosa da rubare, anche se ormai non custodiamo più nulla a scuola».
Tutto comincia nella notte tra il 4 e il 5 settembre, quando i ladri, probabilmente più di uno, entrano, e fanno sparire diciotto tablet utilizzati come registro elettronico di classe, e tre strumenti musicali. Non contenti manomettono i distributori delle bevande e delle merendine e prendono tutte le monete. Un danno tra i 7 e gli 8 mila euro, compresa la porta forzata da sistemare e i distributori manomessi.
A distanza di una decina di giorni i soliti ignoti tornano, ma devono accontentarsi delle monete contenute nei distributori delle bevande e del caffè. Si parla di una somma tra i 10 e i 20 euro. Passa poco più di un’altra settimana e per la terza volta la scuola viene presa di mira. Anche in questo caso il bottino è scarso, tra i 20 e i 30 euro in monetine. Ancora una volta svuotano i distributori., Poi nelle scorse notti il quarto colpo. Nel mirino un vecchio computer utilizzato dal dirigente e le poche monete rimaste nei distributori del caffè.
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