Cronaca / Lecco città
Sabato 05 Agosto 2017
Produzione miele in calo
Colpa del clima impazzito
La crisi causata dagli sbalzi termici in primavera e ora dal grande caldo
Sos miele anche sul Lario con le temperature roventi. Una perdita consistente per gli apicoltori è ormai sancita: il 30% del prodotto ha preso il volo. Lo sottolinea un monitoraggio allarmato della Coldiretti interprovinciale sui più di 24mila alveari presenti nelle province di Como (11.740) e Lecco (12.390).
Nel mirino non solo l’afa. Prima c’è stato il gelo, quindi questo picco di temperatura estivo. Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana non nasconde la preoccupazione e fa conti drammatici: «L’andamento climatico di quest’anno è stato poco favorevole ai nostri apicoltori. Il ritorno di freddo mentre l’acacia fioriva, in primavera, ne ha ridotto le produzioni anche dell’80%, il maltempo, arrivato successivamente, ha costretto le api a rimanere nelle arnie, e infine il caldo africano di queste ultime settimane ha mandato in sofferenza le piante con effetti sulla produzione dei nettari. Queste concause hanno avuto una ripercussione importante sulla produzione di un’eccellenza del territorio come il miele lariano: un alimento di qualità, rispettoso dell’ambiente».
Gli apicoltori a Lecco sono 339 apicoltori, Maria Assunta Manzoni di Galbiate: «Il miele d’acacia, quest’anno, praticamente non è stato fatto. Quello che ci salva, nonostante il gran caldo, è invece il millefiori che, seguito da tiglio e castagno, sta andando bene».
A Como sono 408 e sono alle prese con un vero disastro. Lo testimonia Andrea Ortelli, apicoltore di trent’anni, a Carlazzo: «Noi siamo riusciti a fare pochissimo miele di acacia, ma molti nostri colleghi sono rimasti “a secco”, per colpa delle intense gelate primaverili. Ora, invece, la siccità e l’eccessivo caldo stanno influendo negativamente sulla produzione di miele estivo, con un calo del 30%».
Conferma Enrico Ranghetti, 52 anni, a Beregazzo con Figliaro: «È la prima volta che, per colpa del caldo, registro nella nostra zona una riduzione così forte delle covate delle api regine e sulla riproduzione degli sciami».
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