«Per recuperare fiducia serve più attenzione alle aziende»
La contrazione, nel Lecchese, è meno marcata che altrove
LECCO
La contrazione, nel Lecchese, è meno marcata che altrove.
Ma i segnali di peggioramento sono sensibili e gettano ombre scure sulle prospettive di un anno iniziato non nel modo migliore, ancora appesantito dalle scorie negative che hanno caratterizzato la fine del 2018.
Al mese di novembre dello scorso anno sono riferiti i dati dell’Osservatorio rapido, i quali hanno messo in evidenza che anche «il nostro territorio rispecchia in linea di massima le rilevazioni del Centro Studi Confindustria che, riguardo al periodo finale dello scorso anno, segnalano una domanda interna debole accompagnata da fiducia delle imprese manifatturiere in peggioramento e previsioni di export negativo per il quarto trimestre dell’anno».
A rimarcarlo è il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva.
Secondo il numero uno degli industriali delle due province, siamo di fronte a «un quadro non confortante, anche se nelle nostre province a prevalere è ancora la stabilità e i segnali di rallentamento sono per il momento meno marcati».
Sui nostri territori, infatti, «i dati rilevati sono disomogenei, influenzati anche dalle diverse dinamiche settoriali, ma è inevitabile osservare che anche se i livelli occupazionali sono ancora stabili i segnali di ripresa si stanno progressivamente riducendo».
«Sicuramente – ha concluso Riva, chiamando in causa il Governo - il nostro livello di attenzione resta alto e, ancora una volta, dobbiamo portare l’attenzione sul fatto che solo quando l’impresa verrà messa al centro delle politiche economiche saremo in grado di recuperare e guardare al futuro con maggiore fiducia».
Al presidente, su questo tema, ha fatto eco il direttore generale dell’associazione di via Caprera, Giulio Sirtori, convinto del fatto che «le imprese non stanno comunque ferme, in attesa di essere tenute in maggiore considerazione nel contesto di un piano di sviluppo complessivo del Paese, e continuano ad investire per mantenersi competitive. Tuttavia, la mancanza di risorse umane formate in ambito tecnico-industriale è ancora un nodo critico. Proprio per questo lo scorso anno abbiamo investito molto nei progetti dedicati all’ambito education e allo sviluppo del rapporto fra scuola e imprese: un percorso avviato già da tempo che ci vedrà sicuramente impegnati anche per il futuro». n
C. Doz.
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