Cronaca / Lecco città
Mercoledì 18 Gennaio 2017
Partite Iva, in calo le nuove aperture
Il sindacato: «È un effetto della crisi»
Giovanni Agudio (Cisl): «Nei prossimi mesi ci aspettiamo un’ulteriore riduzione». E Wolfango Pirelli (Cgil): «Temo che siano posizioni che vengono sostituite con i voucher»
Sul finire del 2016 Lecco si mostra in linea con la tendenza nazionale per quanto riguarda il calo percentuale delle nuove aperture di partite Iva.
Nei dati provinciali elaborati per “La Provincia” dalla Cisl di Lecco e Monza Brianza su base dati del ministero delle Finanze, lo scorso novembre sono state aperte 138 nuove partite Iva (dato complessivo che include iniziative di auto imprenditorialità ma anche le società), con un calo del 14% rispetto a ottobre 2016 e del 13,21% rispetto a novembre 2015. Considerando invece gli 11 mesi da gennaio a novembre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015 il numero complessivo dà una crescita, con 2.031 aperture totali nei primi 11 mesi del 2016 contro le 1.925 del 2015.
«Ad alzare il dato finale - ci dice Giovanni Agudio, responsabile di Felsa, la categoria dei lavoratori atipici della Cisl di Lecco e Monza - sono stati i primi sei mesi dell’anno, che hanno registrato una crescita fin da gennaio 2016, quando con l’apertura di 368 nuove posizioni si era registrata una crescita del 52% rispetto a gennaio 2015. Negli ultimi mesi dell’anno vediamo un calo contenuto, in numeri assoluti il 13% circa di calo su base annua che registriamo in novembre corrisponde a sole 17 partite Iva in meno. Tuttavia - conclude - a Lecco stiamo andando verso un ulteriore calo, che ci aspettiamo si accentui nel corso del 2017 e per noi ciò che conta è capire, per quanto riguarda le partite Iva aperte da chi ha perso il lavoro dipendente, che strada prende chi chiude la propria posizione o chi rinuncia ad aprirla».
La preoccupazione del sindacato sta ora nel capire se il calo di partite Iva «va in ingrossare le fila dei disoccupati - aggiunge Agudio -, se ripiega sull’uso dei voucher o se comunque viene sostituito da altre forme di lavoro precario».
Ricordando che il Governo ha introdotto col jobs act nuove limitazioni, abrogando alcune opzioni della legge Fornero, volte a smascherare le false partite Iva, il segretario generale della Cgil provinciale, Wolfango Pirelli afferma che «ciò può aver prodotto un effetto positivo sulle partite Iva usate in modo scorretto come strumento sostitutivo di quello che è di fatto lavoro ordinario. Così come - aggiunge Pirelli - penso sia stato utile togliere di mezzo il contratto a progetto dietro al quale si nascondeva di tutto. La partita Iva è una delle forme più borderline nel delimitare un rapporto di lavoro. Sul calo nei dati, trovo difficile attribuirlo al calo di offerta di lavoro, altrimenti non avremmo l’uso abnorme di voucher. E non vorrei che proprio i voucher stessero sostituendo persino le piccole partite Iva».
Per il segretario generale della Uil del Lario, Salvatore Monteduro, è proprio la crisi del lavoro la prima causa del calo di nuove aperture di attività, «in una crisi complessiva che ha coinvolto anche chi cerca una via d’uscita aprendo la partita Iva. C’è una difficoltà oggettiva estesa - aggiunge - legata al calo dei consumi interni a cui sono legate le piccole partite Iva, che traggono lavoro dall’andamento dell’economia territoriale. E in proposito non c’è agevolazione che tenga, se non si risolvono a monte i problemi di politica fiscale per rimettere in moto la domanda interna».
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