Omicidio di Temù, giustizia riparativa per Milani

Il 22 novembre la sentenza d’appello per il calolziese già condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio della vigilessa Laura Ziliani

Omicidio di Temù, il calolziese Mirto Milani potrà accedere al percorso di giustizia riparativa. Dopo la condanna all’ergastolo in primo grado, si è aperto oggi a Brescia il processo d’appello per l’omicidio della vigilessa di Temù Laura Ziliani, uccisa dalle figlie Silvia e Paola insieme al fidanzato, Mirto Milani, nato a Lecco e cresciuto fra Olginate e Calolzio.

«È stato un omicidio lungamente premeditato e commesso con atrocità. Quando strangoli una persona ti rendi perfettamente conto di quanto sta accadendo», ha detto all’inizio della sua requisitoria l’avvocato generale di Brescia Domenico Chiaro che rappresenta l’accusa. «La conferma della sentenza di primo grado – ha dichiarato il legale - è l’unica conclusione per rendere giustizia ad una donna uccisa, ricordata ingiustamente per aver tentato di uccidere le figlie» ha detto l’avvocato.

«Le due ragazze – ha proseguito l’accusa - hanno accusato falsamente la madre di volerle uccidere. Bisogna tenerne conto. E hanno premeditato l’omicidio procurandosi malta, tute da imbianchino scavando ben due buche per seppellire il cadavere. Silvia e Mirto hanno anche avuto il tempo di convincere Paola a partecipare al piano»

La Corte d’appello di Brescia ha dato parere favorevole all’avvio del percorso di giustizia riparativa chiesto da Mirto Milani. Nelle scorse settimane Milani aveva manifestato l’intenzione di incontrare i familiari della vittima che hanno però detto no. Prima dell’udienza anche Silvia Zani ha manifestato l’intenzione di accedere al percorso di giustizia riparativa e ha chiesto di poter vendere gli immobili intestati alla madre uccisa, per poter sostenere economicamente la terza sorella - libera, completamente estranea ai fatti - affetta da un ritardo cognitivo. Tutti e tre gli imputati erano presenti in aula. La sentenza è prevista per il 22 novembre.

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